La Critica della Ragion pura (1781), che è forse l’opera più celebre di Kant, venne da subito tacciata di oscurità e di eccessiva difficoltà di lettura, anche da parte di persone di cultura e dagli stessi conoscenti di Kant; egli stesso ne aveva consapevolezza.
Per cercare di porvi rimedio, Kant si decise quindi a pubblicare nel 1783 questi Prolegomeni che nella sua intenzione avrebbero dovuto, con la loro relativa brevità, consentire una visione d’insieme degli argomenti trattati, oltre a chiarire i punti più ostici dell’opera maggiore. Tale intento fu raggiunto solo parzialmente, anche a detta di parecchi suoi contemporanei: restano ancora infatti disomogeneità, ripetizioni, imprecisioni e non pochi passaggi ostici; ciò nonostante, i Prolegomeni rimangono un’ottima introduzione alla Critica. Fin dall’inizio, troviamo fra l’altro l’illustrazione della celeberrima distinzione fra giudizi “analitici” e “sintetici”, nonché quella fra conoscenza “a priori” e “a posteriori” ed alla conclusione dell’esistenza di “giudizi sintetici a priori” che nell’ottica di Kant sarebbero prerogativa della matematica e della fisica “pura”. Altra celebre idea è quella dei “fenomeni” (ciò che appare delle “cose in sé”), contrapposti ai “noumeni” (le cose come sono “in sé stesse”), questi ultimi preclusi al nostro intelletto.
Per gli amanti dell’aneddotica storica, nel testo è compreso uno scambio epistolare fra Kant e Garve, a seguito di una polemica sorta per la pubblicazione su una rivista di Gottinga di una recensione dell’opera da parte dello stesso Garve.
Sinossi a cura di Roberto Rogai
Dall’incipit del libro:
Due anni dopo la prima pubblicazione della Critica, ai lamenti che gli venivano da amici e nemici per l’oscurità e la prolissità della medesima, ai malintesi dei critici e dei recensenti, Kant rispondeva con la pubblicazione d’un’operetta intitolata “Prolegomeni ad ogni metafisica futura che vorrà presentarsi come scienza„, la quale doveva essere un riassunto breve e perspicuo dei punti fondamentali della nuova filosofia. Non si può dire tuttavia che con questa pubblicazione Kant abbia raggiunto completamente il suo fine. Certamente i Prolegomeni sono un’ottima guida per orientarsi nei labirinti della Critica, per questo sopratutto che la brevità loro lascia più facilmente abbracciare d’un colpo il disegno generale e la connessione dei singoli problemi: sotto questo riguardo essi sono ancora oggi la migliore introduzione allo studio di tutta l’opera kantiana. Ma non per questo mancano in essi le difficoltà, le oscurità, le ineguaglianze: Kant stesso dice che essi sono scritti per i maestri, non per i novizi: e che non fossero per tutti un modello di chiarezza lo prova il fatto che l’anno appresso l’amico e collega di Kant, Giovanni Schultz, dava ragione della pubblicazione del suo commento elementare alla Critica col dire che i Prolegomeni erano da molti trovati oscuri come la Critica.
Scarica gratis: Prolegomeni ad ogni metafisica futura che vorrà presentarsi come scienza di Immanuel Kant.