Nel periodo di massima popolarità dei romanzi storici, raggiunta dal genere nella seconda metà del XIX secolo, non poteva mancare un romanzo di autore irlandese e cattolico, dedicato a una regina dell’Italia medievale, Adelaide, in seguito canonizzata per la sua devozione.

Il romanzo si basa su numerose fonti storiche (tutte accuratamente citate in nota) e copre alcuni anni giovanili della regina, suppergiù dal 947 al 951. Sono anni in cui la monarchia italiana, il papato e l’Impero germanico si alleano e si combattono alternatamente, mentre Saraceni ed Ungari compiono scorrerie, spesso sacrileghe, ai danni di città, conventi e castelli nobiliari. Alla morte di re Ugo, ascende al trono il figlio Lotario, sposato con la sedicenne Adelaide, che vanta parentele reali con la casa di Borgogna e titoli sul trono italiano essa stessa. Per la giovane età di Lotario, i nobili italiani gli nominano come tutore Berengario di Ivrea, marito dell’avida Willa; non molto tempo dopo il giovane re muore avvelenato, Berengario sale al trono, e l’ambiziosa Willa fa arrestare la vedova, imprigionandola in un castello a Garda. L’azione non basta ad assicurare a Berengario un pacifico dominio sull’Italia, e le sue ruberie ai danni della Chiesa gli alienano anche il Papato: Adelaide ed il Papa si rivolgono all’imperatore di Germania, Ottone, chiedendogli di scendere in Italia e fare giustizia. La regina riesce a fuggire, Ottone scende in Italia e sconfigge Berengario; infine Ottone promette fedeltà al papa, e sposa Adelaide. Su questa rinnovata serenità personale e politica che sia Adelaide sia l’Italia raggiungono grazie all’imperatore tedesco, si conclude il romanzo.

Se è storicamente provata la devozione di Adelaide, e la sua continua attenzione al bene della Chiesa, in queste circostanze e in generale in tutta la sua vita, nel romanzo la sua figura mostra non solo questa sua religiosità, ma anche decisione e rispetto per il suo ruolo di Regina fin dall’età giovanile. Sappiamo dalla storia che nel prosieguo della sua lunga vita (Adelaide morì settantenne intorno al 999) queste sue caratteristiche furono sempre più visibili, con munificenza verso istituzioni religiose, e gestione delle alleanze con decisioni “imperiali”, che la portarono a ricoprire un ruolo centrale nella storia non solo italiana e tedesca, ma anche europea.

L’Introduzione scritta dall’autore ci mostra però un ulteriore motivo per la scelta di questa figura e questo periodo storico, che trascende la naturale tendenza dell’epoca per mostrare storie “edificanti” in cui i malvagi vengono puniti ed i buoni, dopo lunghe traversie, ottengono meritate ricompense. Per il Mac Cabe, cattolico dell’oppressa Irlanda e collaboratore del cardinale Wieseman, la vicenda di Adelaide dovrebbe servire di ammaestramento per i fermenti rivoluzionari dell’Italia risorgimentale. Non è lecito ai governanti di un paese cattolico contrastare la Chiesa ed il potere temporale del Papa, e chi lo facesse, si attirerebbe giustamente l’intervento imperiale per rimettere “le cose a posto”: come non vedere una implicita condanna per le lotte risorgimentali italiane, oppositrici anche del potere temporale dei Papi, e un auspicio non tanto velato che un intervento imperiale potesse “pacificare” queste pulsioni rivoluzionarie, liberali ed anticlericali?

Sinossi a cura di Gabriella Dodero

Dall’incipit del libro:

Tra i molti conventi istituiti in Germania, ve n’era uno già da gran tempo cospicuo per l’indole religiosa della sua comunità, per la dignità delle sue badesse e per l’ampiezza delle sue tenute. Era questo il così detto monastero di Gandersheim, nel circolo della Sassonia inferiore, oggigiorno ducato di Brunswick.
Landolfo, pronipote del celebre Witikindo, tanto famoso nelle guerre di Carlomagno, ad istanza di sua moglie Oda, si risolvè, nell’anno di nostra salute 852, di fondare un veramente regal monastero. La qual risoluzione ei recò ad effetto a Brunshausen; se non che si avvidero ben presto che quel luogo era soverchiamente piccolo e di troppo angusti confini rispetto al gran disegno del primo suo fondatore: il perchè fu scelto Gandersheim che trae il nome dal fiume Gander sul quale è situato. Quivi nell’anno 856, si gettarono i fondamenti di una magnifica badia; ma non prima dell’881 fu l’edifizio bastantemente innoltrato da poterne fare la consecrazione; cerimonia che venne compiuta da Wigberto vescovo d’Hildersheim, mentre era badessa Cristina, una delle figliuole del fondatore. Nel giorno della qual consecrazione la pia donzella ordinò che fossero trasferite nel nuovo monastero le ceneri del padre suo, non che quelle delle sue sorelle Admeda e Gerberga, che l’aveano preceduta nell’abbaziale dignità.

Scarica gratis: Adelaide Regina d’Italia, ossia La Corona Ferrea di William Bernard MacCabe.