Pubblicate da Nuova Antologia nel 1942 e nello stesso anno raccolte in estratto, queste tre liriche vennero poi inserite nel postumo Fons Amoris. Sono esempio della fase ultima della poetica di Ada Negri intrisa di misticismo dove dell’antica appassionata tematica sociale rimane solo il tentativo di aggraziamento formale.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

De’ tuoi bianchi capelli, sì leggeri
alla carezza e pur sì folti, in uno
scrigno una ciocca serbo. Erano i miei
scuri come la notte, allor che al capo
tuo la recisi. Ed oggi, te cercando
in quella ciocca, sola cosa viva
che di te mi rimanga, io mi domando
se recisa non l’ho dalle mie tempie.
E se mi guardo entro lo specchio, e in esso
mi smarrisco, non me, ma te ravviso,
o Madre: tua questa marmorea fronte
piena di tempo, e immersa in una luce
ch’è già ormai d’altra terra e d’altro cielo.

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