«Scegliere la vittima, preparare minuziosamente il colpo, saziare una vendetta implacabile e poi andarsene a dormire… Non vi è niente di più dolce nel mondo»
Su questa frase, riportata da molti biografi di Stalin (non quelli apologetici, ovviamente) si snoda questo breve saggio biografico, scritto nel 1940 (prima quindi dell’invasione nazista dell’URSS) cercando di capire il perché un uomo con caratteristiche di mediocrità intellettuale e intriso di sentimenti deteriori come invidia gelosia e crudeltà possa essere giunto ai vertici dello stato nato dalla rivoluzione socialista. Dall’infanzia, attraverso le azioni antizariste, le rivoluzioni del 1905 e del febbraio e dell’ottobre 1917, la morte di Lenin e lo sterminio sistematico di oppositori (più spesso immaginati che reali) e vecchi compagni, l’odio per Trotskij, il patto con Hitler fino all’invasione della Finlandia.
Edito in italiano nel 1944 dalla casa editrice “erre” di Venezia che si fece portavoce nel biennio ’43-’45 delle necessità propagandiste della R.S.I. Tradotto anonimamente dal francese risulta comunque abbastanza fedele e attendibile sia rispetto all’edizione francese che a confronto con l’altra traduzione italiana esistente, stampata a New York nel 1941.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

Dopo la pianura russa, che si estende per oltre duemila chilometri con i suoi avvallamenti, i suoi boschi, i suoi fiumi, dall’Oceano Artico al bacino mediterraneo, il viaggiatore prova una specie di meraviglia alla vista del Caucaso. L’alto massiccio l’accoglie nelle sue gole: il dente di ghiaccio del Kazbek, un vulcano spento, domina larghe vallate verdi e dorate. Gli uomini che il viaggiatore incontra per la strada sono di una singolare bellezza; essi indossano una veste di panno grezzo, alla foggia medioevale, e portano alla cintura un dritto pugnale in uso per tagliare il pane…. Il vetturale che conduce il tradizionale attacco a due ruote, trainato da buoi tozzi dalle corna corte, canta dolcemente per ritmare il passo delle sue bestie; ed accade che egli improvvisi i suoi canti man mano che avanza o che rievochi a memoria le ammirevoli strofe di un poema d’amore cavalleresco che Sotha Rust’veli scrisse nel XII secolo, al tempo della grande Georgia. In questi luoghi il lavoro dell’uomo si accanisce a disputare ai venti, alle nevi, alle altitudini i più piccoli appezzamenti di terra aggrappati ai fianchi delle montagne; si vedono i campi di grano adagiarsi, accanto alle vette, lungo gli scoscesi pendii. I villaggi hanno una strana fisionomia: piccole case piatte, fatte di grosse pietre, che ricevono spesso la luce dalla porta, dal tetto piatto, vicina ognuna ad una massiccia torre quadrata un poco inclinata perchè costruita da tempo. E si apprende che presso questo popolo di lavoratori della montagna, si svolgono ancora delle lotte fra famiglia e famiglia. Il ragazzo è già un uomo a dodici anni nei villaggi delle alte montagne, resi inaccessibili dalle nevi per sei mesi dell’anno: è un uomo che monta a cavallo e porta il pugnale, che si sente fiero e vuole essere libero…. La strada si allontana dai precipizi, i pendii si addolciscono.

Scarica gratis: Ritratto di Stalin di Victor Serge.