(voce di SopraPensiero)

 

Scritta nel 1913 e rappresentata per la prima volta con grande successo nel 1916, quest’opera fu considerata esemplare di un nuovo genere teatrale: il “grottesco” che si impose poi nei primi anni del dopoguerra. L’obbiettivo dei personaggi del Chiarelli è la polemica contro le convenzioni e i canoni fissi del teatro ottocentesco borghese; notevole e penetrante la carica satirica e la funzione dissacratoria.

Il conte Paolo, sostenitore della legittimità del delitto d’onore nei confronti di una moglie adultera, delitto che ritiene necessario per non sentirsi ridicolo, non riesce a mettere in pratica i propositi omicidi di fronte alla scoperta della relazione della bella moglie Savina con il suo migliore amico, l’avvocato Luciano, che riesce a fuggire rimanendo incognito. Paolo fa però credere a tutti d’aver perpetrato l’uxoricidio, imponendo a Savina di fuggire lontano. Esce assolto dal processo grazie anche all’arringa di Luciano e mentre tutti si congratulano con lui, viene scoperto nel lago un cadavere che si pensa sia quello di Savina. Ma Savina ricompare di fronte a tutti mentre si celebra il suo funerale, dopo che aveva già iniziato a incrinare le certezze del marito alla fine dell’atto precedente. Il magistrato Marco minaccia la denuncia per simulazione di reato e Paolo, assolto per un assassinio, rischia la condanna per averlo simulato. Non gli resta che la fuga, assieme a Savina con la quale si trova definitivamente riconciliato. “Io non voglio più rendere conto a nessuno della mia vita, alla società, agli amici, alla legge, niente, basta…” esclama verso la fine del terzo atto, sfuggendo ora del tutto alla ipocrisia sociale, denunciata fin dall’inizio dall’amico Cirillo – personaggio secondario ma di spicco in questa vicenda – e che lo aveva drammaticamente attanagliato fino a quel momento.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

Una vasta sala a terreno nella Villa Grazia sul lago di Como. Per una larghissima porta a vetri si esce su un’ampia terrazza fiorita che s’inoltra sul lago. A destra e a sinistra scale che scendono alla riva. Sulla terrazza, in fondo, alcuni piccoli tavoli; più avanti un tavolo da giuoco. Su ogni tavolo v’è una lampada con paralume colorato. La sala, mobiliata con ricchezza e buon gusto, è nella penombra. Due porte a destra, due a sinistra. La luna batte in pieno sul lago.

All’alzarsi del sipario Marta sta suonando al pianoforte una Maxixe brésilienne. Wanda e Piero danzano. Gli altri conversano, assistendo alla danza. Savina e Luciano sono sulla terrazza. A tratti, mentre suona, Marta si volge a guardarli.

ELISA.
Che bellezza!… Come ballano bene!…
GIORGIO.
Vedete? Atteggiamenti di Tanagra.
ELISA.
Si chiama Tanagra l’inventore della Maxixe brésilienne?
MARTA.
Lo si dovrebbe proibire; è immorale!
CIRILLO.
Amica mia, nulla è immorale! Bisognerebbe proibire gli uomini.
MARTA
volgendosi:
Ecco una cosa giusta!

Scarica gratis: La maschera e il volto di Luigi Chiarelli.