Pubblicato I funghi mangerecci e velenosi dell’Europa media con speciale riguardo a quelli che crescono nel Trentino di Giacomo Bresadola.

Dall’incipit del libro:

L’uso dei funghi come cibo data da antichissimo tempo. I Greci e i Romani, come rileviamo dalle opere di Ateneo, Ippocrate, Teofrasto, Dioscoride, Plauto, Orazio, Ovidio, Celso, Apicio, Plinio ecc. consideravano i funghi come un alimento salubre e squisito; se ne servivano a preferenza come condimento delle loro vivande; ed Apicio, il più celebre gastronomo dell’Impero romano, nella sua opera De re culinaria dava i principali precetti sul modo con cui dovevano essere preparati.
La cognizione però che si aveva di questi esseri curiosi era soltanto empirica, e perciò non si sapeva sempre distinguere fra le specie buone e le dannose, per cui succedevano frequenti casi di avvelenamento, e la storia ne registra anche di celebri. Ippocrate ci narra l’avvelenamento per funghi della figlia di Pausania, il celebre spartano vincitore di Platea, Tacito e Svetonio commemorano la morte dell’imperatore Tiberio Claudio, causata da una pietanza di funghi, e Seneca quella di Enneo Sereno prefetto delle guardie dell’imperatore Nerone.