Il Provveditore dell’Università di Pisa, Arturo Pannocchieschi d’Elci, fu uno dei primi studiosi ad intervenire, nel 1612, nella critica alle tesi galileane del Discorso intorno alle cose che stanno in su l’acqua e che in quella si muovono.
L’opera era dedicata alla granduchessa di Toscana, Maria Maddalena d’Austria, moglie di Cosimo II de’ Medici.

Il testo è presente in formato immagine sul sito della Biblioteca digitale del Museo Galileo (https://bibdig.museogalileo.it/Teca/Viewer?an=367703) e sul sito e|rara (https://www.e-rara.ch/zut/content/titleinfo/4604849)

È stato trascritto fedelmente il testo originale, compresi i refusi di stampa, ed è stata mantenuta la grafia originale, senza modernizzazioni. L’unico intervento ha riguardato le abbreviazioni antiche o “tituli” che sono state sciolte nella loro forma estesa (es. che o chi per c; contradizioni per cōtradizioni, ecc).
Il medesimo testo, modernizzato, è presente nel volume quarto dell’edizione nazionale delle Opere di Galileo, pubblicato su https://www.liberliber.it/.

Note a cura di Claudio Paganelli

Dall’incipit del libro:

Si come voi (breui, e piaceuoli Considerazioni mie) non altronde hauete la vostra origine, che da alcune esalazioni di animo pieno di cure; così vostra vaghezza era di staruene qua rinchiuse trà le nostre valli solitarie, solo per far il piacere di me, e d’alcuni amici più cari. Ma appena generate sete, che così aride, e scomposte di stile, e di materia, à guisa di Meteoriche impressioni, superior forza vi tira à luoghi più spaziosi, e più aperti; doue, essendo molto diuersi i gusti, e’ vederi de’ Mortali, se à noi foste recreazione, forse ad altri non piacerete. Però voi per mio modesto auuiso, non vi lassate veder da presso, se non sforzate; e se alcuno gli occhi, e le mani vi metterà addosso; come la vostra placida natura non è per verun danno apportargli, così nell’vsar seco, il voler di lui secondate con ogni destrezza. Onde forse con maniere si cortesi, e si rimesse sodisfarete all’altrui curiosità; e scusarete voi dal tedio, e dalla noia, se forse, dal vederui, alcuna gliene venisse nell’animo. A gli amici litterati, e sinceri andate incontra sicuramente, senza alcuno inuito aspettare; anzi, quanto posso vi prego, che da gli occhi vsiate ogn’arte di penetrare à lor cuori; sperando, che da qualche nascosa virtù, che forse dal mio cuor vi traete, si possa destar in loro alcuna memoria di me. Salutarete con puro affetto l’Autore del Discorso, che hauendo voi, se non con piena intelligenza, almeno con diletto, e con attenzione considerato questo felice parto del suo ingegno, come persona dotta, e cortese gratamente vi raccorrà: e in segno di vero amore dal suo illustre Discorso non vi scostate punto: acciochè dall’ombra vostra venga il suo lume accresciuto, e il vostro scuro dalla sua chiarezza difeso.

Scarica gratis: Considerazioni sopra il discorso del sig. Galileo Galilei intorno alle cose, che stanno in sù l’acqua, o che in quella si muouono di Arturo Pannocchieschi.