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In questo breve articolo del 1909 lo scrittore Giovanni Lanzalone sostiene che non potrà mai affermarsi una lingua universale creata artificialmente, ma che è possibile che un giorno sorga una lingua naturale universale così come sono nate le lingue nazionali fra tutti i dialetti.
Lanzalone ritiene che questa lingua comune sorgerà assieme alla comunanza di bisogni, sentimenti e dunque una comunanza di espressioni culturali, come già spesso accade nelle scienze, e i puristi non devono criticare queste parole comuni ma devono sforzarsi di dare pensieri e prodotti nuovi alle altre lingue e nazioni.
Lanzalone inoltre propone la creazione artificiale di un sistema di scrittura dove ogni simbolo esprima non un suono ma un’idea, in modo che ogni persona legga questi simboli in modo diverso a seconda della sua lingua. Nella linguistica di oggi questo codice viene definito pasigrafia.
Sinossi a cura di Michele De Russi
Dall’incipit del libro:
I tentativi, più o meno ingegnosi, di creare, artificialmente, una lingua universale, sono tutti destinati a fallire miseramente; come è già avvenuto del wolapuk, dell’esperanto, e come fatalmente avverrà di qualunque tentativo simile. Non si otterrà altro, per tal via, che accrescere la confusione di Babele, aggiungendo nuove lingue artificiali alle mille naturali già esistenti: le quali lingue artificiali, non che raggiungere l’universalità, non raggiungeranno mai, neppure alla lontana, la diffusione delle naturali. Una lingua è un organismo vivo: e finchè l’uomo non scoprirà la chiave della vita, finchè lo scienziato non arriverà, a forza di alambicchi e di storte, a costruire l’homunculus, neppure alcun filologo arriverà a fabbricare una lingua che non sia morta prima di nascere. Lingua artificiale è una contraddizione in termini.
Un linguaggio, parlato e inteso da tutta la gran famiglia umana, è una magnifica utopia; anzi è parte di un’utopia assai più magnifica e vasta, verso cui tutte le crescenti energie della civiltà tendono con moto sempre più ampio e accelerato: l’affratellamento di tutti i popoli della terra. Giacchè nulla stringe l’uomo all’uomo quanto la parola, sola per cui un’anima si effonde in un’altra anima.
Scarica gratis: Verso il linguaggio universale di Giovanni Lanzalone.