Bob è un fannullone, curioso e un po’ ficcanaso; s’innamora di Peronospera, la donna del prof. Brocci, poeta incompreso, e riesce a conquistarla; per questa ragione si mette alla ricerca di una professione. Così passa dal tentare la carriera politica, quella teatrale di attore comico, di giornalista, di scrittore.
Per ognuno di questi ambienti l’autore dispensa sarcasmo e ironia sempre pervasa da un’amarezza che non è imprudente pensare che sia generata dalla personale esperienza dell’autore. Dice Boine: “Senti qui il frizzo, l’agra sentenza, il ghiribizzo semifantastico dell’impiegato malpagato che si vendica a punture e graffi della società e della vita”. Lo stesso Boine ammette però poco dopo che “parecchi capitoli sono vivaci e riusciti”. Al termine delle sue peregrinazioni che toccano un infaticabile merciaio, uno strozzino genovese, un impresario teatrale, sembra che Bob abbia infine trovato un lavoro, ma nel frattempo Peronospera… ha trovato un milionario.
Sinossi a cura di Paolo Alberti
Dall’incipit del libro:
Bob era un fannullone. Lo sapevano tutti, anche le vecchierelle, che nella penombra della chiesa, durante la prima messa, parlavan di lui: sottovoce, per non far arrossire gli angeli, dipinti sulle pareti. Egli stesso ammetteva i propri torti; ma con una certa compiacenza, che rivelava un animo incurabilmente perverso.
— Figlio di Satanasso!, brontolavano gli uomini dabbene.
Qualcuno, anzi, scorgendolo, si toccava, per precauzione, il grosso corno d’avorio, penzolante sulla rotondità addominale.
Infatti, c’era del buio in Bob, molto buio! Così, a occhio e croce, egli sembrava la creatura più attiva di questa terra: sempre in moto, sempre affaccendato intorno a qualche persona o a qualche cosa, come se avesse rubato agli americani il motto: tempo è denaro. Eppure, a dispetto dell’apparenza e dei continui andirivieni, si conservava fannullone, nel senso assoluto della parola. Aveva risolto tranquillamente un problema, arduo al pari della quadratura del circolo: sbracciarsi a far niente.
— L’ozio è una terribile occupazione, diceva, cacciando fuori dall’esile petto un sospiro.
E definiva sè stesso: Un mare d’olio in burrasca.
Somigliava proprio a un bel cane barbone che, uscito dal bagno, scompaia per qualche momento in mezzo a un turbinio d’acqua, proiettata da ogni parte. Dopo la furia, si giurerebbe di rivedere la bestia ansante e ancor trafelata per il giuoco dei muscoli: ed eccola lì, invece, beatamente sdraiata con la pancia in aria, nella posa che assumono di preferenza, in certe delicate occasioni, le odalische turche e di parecchi altri paesi.
Scarica gratis: Bob e il suo Metodo di Pierangelo Baratono.