(voce di SopraPensiero)

Pubblicato Il capitale di Umberto Ricci.

Il capitale è uno dei primi grandi lavori di Umberto Ricci, incentrato sull’analisi dei concetti di produzione e di consumo. Ricci dimostra come fra questi due concetti si introducano l’astinenza e la figura del risparmio.

A questa sua idea aveva già dedicato un altro studio: La teoria dell’astinenza. Ricci sostiene che è la credenza, la sicurezza attuale del piacere futuro, che determina la nostra volontà attuale e che costituisce la forza motrice attuale dei piaceri futuri visti nel presente. La detrazione che l’intensità del piacere futuro subisce per divenire attuale è lo sconto e il saggio di sconto subiettivo è la riduzione proporzionale che l’unità di piacere subisce quando viene spostata indietro di un’unità di tempo. Quanto minore è la somma delle soddisfazioni attuali in rapporto alle soddisfazioni future, tanto maggiore è l’importanza delle soddisfazioni presenti, tanto più alto è il saggio dello sconto e viceversa.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

Definire il capitale, enumerare i complessi di beni che la definizione abbraccia e quelli che essa respinge, spiegare il perché delle inclusioni e delle esclusioni significa fare una corsa attraverso l’intero campo dell’economia teoretica.
Riepilogare, sia pure per somme linee, le controversie dottrinali a cui il concetto di capitale diede origine, o in cui trovasi immischiato, significa ripetere per intero o quasi la storia dogmatica dell’economia politica.
Il compito che ci siamo assegnato non giunge a tanto. Noi solo ci proponiamo di far chiaramente capire qual sia, fra i molti concetti del capitale, quello che reputiamo più conveniente alle esigenze logiche dell’economia politica, e indicare i motivi della nostra preferenza. Il che ci porterà alla revisione di alcune dottrine: non riesporremo tutte le dottrine che di volta in volta furono enunciate e acquistarono maggior rinomanza, ma solo quelle che sono più strettamente necessarie per l’intelligenza del concetto di capitale da noi prescelto. E diremo poi di quali gruppi di beni il capitale partitamente si componga, poichè – sebbene il Marshall accenni a un accordo sostanziale e fondamentale, che regnerebbe fra gli scrittori al disotto delle superficiali e accidentali divergenze – è pure innegabile il fatto che il nome di capitale sta a rivestire le più disparate liste di beni, e il lettore deve sapere quali cose concrete si celino sotto le definizioni e dietro le dissertazioni.