Poemetto scritto in 462 endecasillabi sciolti, è l’opera prima di Descalzo. Questo e-book è tratto dalla seconda edizione del 1930 curata dalla casa editrice Eroica di Milano. La prima edizione era stata stampata l’anno prima in pochi esemplari a cura dello stesso autore. Successivamente, nel 1931, le edizioni “Circoli” pubblicarono una nuova edizione titolando i sei canti che compongono il poemetto. Una quarta edizione è del 1937.

Ebbe subito un forte impatto con la critica che apprezzò la genuinità di ispirazione, il lirismo istintivo e la materia georgica rivissuta in una atmosfera nostalgica. Secondo Adriano Grande

«Uligine dice la nostalgia del poeta per quel tempo della sua fanciullezza in cui visse la vita pesante ma sana e forte della campagna; ed è codesto filo di nostalgia che sostiene e salva tutta quanta la lirica».

Ettore Lanzarotto, celebrando la morte dello scrittore alla radio pochi giorni dopo la sua scomparsa, ricordò Uligine come

«il poema della semplicità e delle creature nel quale la poesia si esprime in toni di alta purezza, assimilando e rendendo nella musicalità del verso, calmo e spontaneo, le sensazioni che affiorano dalla natura e nella natura si perdono riassorbite dall’immenso corale del creato».

Non ho trovato critiche negative su Uligine. Mi ha colpito in particolare un fatto che racconta Giacomo Prampolini; ricevette un fascicolo di versi italiani dallo scrittore olandese Arthur Van Schendel – del quale il Prampolini fu traduttore e che fu in vacanza a Sestri Levante per alcune estati – con la preghiera di leggerli ed esprimere un giudizio sincero, perché l’autore, un giovane operaio, voleva sapere il valore artistico di ciò che aveva scritto. Prampolini, dopo aver annotato alcuni passi che gli piacevano poco, concluse che in Descalzo vi era un poeta.

Per chi conosce Sestri Levante, la cittadina ligure dove Descalzo nacque e trascorse buona parte della sua vita, i luoghi agresti vissuti dalla fanciullezza del poeta e descritti in Uligine sono oggi scomparsi, sostituiti dai palazzi e dal cinema teatro Ariston nella zona di Piazza della Repubblica.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

— Ricordo i giorni della sarchiatura:
venivi lieto al campo; la tua marra
era piccola, adatta alla tua mano
e correva sui cesti ad estirpare
quasi con voluttà. In quella mano
era un segreto istinto distruttore
già allora. (Crescono ignote forze
in noi, e ne sentiamo tutto il peso
solo quando si abbattono su noi!)
Ma la vita è un rinascere, la terra
quante volte ci insegna questo vero? —
E il vecchio proseguiva: — Eri pur sano
quegli anni fortunati e ben sapevi
la gioia del cantare e non piangevi! —

Scarica gratis: Uligine di Giovanni Descalzo.