(voce di SopraPensiero)

 

In questo saggio, scritto poco dopo lo scoppio della prima guerra mondiale e subito prima dell’entrata in guerra dell’Italia, l’autore prende in esame le possibili conseguenze del conflitto sui territori italiani di confine e in particolare sulla Venezia Giulia, andando ad esaminare le ragioni stratificate da quasi un secolo delle tensioni tra Austria e Serbia, e le rinvigorite aspirazioni irredentiste delle popolazioni slave meridionali rese anche più baldanzose dagli esiti positivi delle iniziative lombardo venete.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

In mezzo all’ansiosa aspettazione dell’esito e delle conseguenze incalcolabili dell’attuale guerra mondiale, la posizione geografica della nostra penisola deve richiamare l’attenzione degli Italiani sopra tutto sullo svolgimento e sull’epilogo che con la guerra stessa avrà il conflitto austro-serbo.
Si tratta della sorte di tutta quella vasta regione che contorna per larga zona il nostro confine orientale, e scende poi, con la profondità di centinaia di chilometri, sull’altra sponda dell’Adriatico a fronteggiare tutta la nostra costa fino alle Puglie.
Ragioni molteplici, e d’importanza vitale, reclamano il nostro interessamento, non soltanto platonico, su quanto là succede o sta per succedere: ragioni militari per la sicurezza del paese dalla parte naturalmente meno difesa; ragioni d’equilibrio su quel mare che Venezia riguardava tutto come un suo golfo; ragioni di solidarietà nazionale con gl’Italiani d’oltre il confine orientale, il destino dei quali viene giocato insieme con quello della finitima regione slava in questa terribile partita; ragioni d’alto interesse economico che additano alle necessarie espansioni delle nostre industrie e dei nostri commerci precisamente quella parte occidentale della penisola balcanica come il più vicino e il più naturale mercato, non appena essa possa aver la pace, ed una pace che non chiuda le porte a questa nostra pacifica influenza.
E perciò con intensa ansietà ci si presenta in questi giorni la domanda: quale sarà dopo la fine della grande guerra attuale la configurazione della carta geografica politica di questa regione
È troppo difficile, e sarebbe ad ogni modo troppo presto per tirare l’oroscopo sulle sorti finali d’un conflitto armato come quello che ora divampa su tutto il continente antico. Non è improbabile che, come sulla Sava fu l’origine del tremendo cozzo che indusse all’estrema ratio della guerra, malgrado l’evidente pericolo di mettere in movimento tutta la frana che seppellì, chissà per quanto tempo, la pace e il benessere in tutto il mondo, non è improbabile, dico, che abbia ad essere il destino di questa regione il punto più difficile e più contrastato, quando una buona volta si dovrà pure accingersi a costituire il nuovo assetto europeo.

Scarica gratis: Il conflitto austro-serbo e gli interessi italiani di Antonio Piscel.