Il Tomo VIII – dal capitolo CXII al capitolo CXXVI – prende inizio dall’anno 1354 con le vicende relative ai Visconti e alle loro difficili relazioni con la Toscana. La situazione è tesa anche tra Venezia e Genova, fino ad arrivare alla guerra di Chioggia nel 1379. Nel frattempo termina la cosiddetta cattività avignonese. In Toscana esplode il tumulto de’ Ciompi. Gli Aragonesi, per una serie di matrimoni e successioni, arrivano in Sicilia all’inizio del XV secolo. L’imperatore Sigismondo scende in Italia (1431). Nel 1447 viene proclamata la Repubblica Ambrosiana. Il cap. CXVIII è interamente dedicato all’impero d’Oriente e alle sue relazioni con l’Italia, alla perdita delle colonie italiane e alla guerra di Venezia con i Turchi. Ma tra le pagine di storia, Cantù fornisce informazioni sugli eruditi e gli scienziati del tempo, sulla cultura letteraria sempre più estesa, il nuovo teatro, i costumi cittadini, il crescente lusso, la vita dell’industria e dei commerci. Questo Tomo VIII si chiude con il racconto dei grandi viaggiatori italiani, di Cristoforo Colombo, delle grandi scoperte che decretano la fine del medioevo.

Dall’incipit del libro:

1354
Sei capi ambiziosi e capaci aveano, fra le traversie, condotta in grande stato la famiglia Visconti. Morto l’arcivescovo Giovanni, perfido e astuto ma valoroso e liberale quanto serve a palliare l’ingiustizia, il consiglio generale di Milano e delle altre città fecero omaggio ai nipoti di lui Bernabò e Galeazzo (tom. VII, p. 561), che spartironsi il dominio, serbando indivisa Milano, ove fabbricarono uno la rôcca di porta Zobia, l’altro quella a porta Romana e alla Casa dei Cani.
1362
Già vedemmo come Bernabò resistesse all’Albornoz e alla lega guelfa. Le bande soldate da questa e massime le inglesi, spintesi fino a Magenta, Corbetta, Nerviano, Vituone, dilapidarono ogni cosa, e rapirono seicento nobili che soleano abitarvi, nè li rilasciarono che a grossi riscatti; ma in fine a Casorate rimasero sanguinosamente sconfitte.

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