Come recita il sottotitolo, Scene della vita veneziana del secolo passato, l’opera illustra, con toni romanzati, quadri della vita veneta del secolo passato, che, essendo il libro scritto alla fine dell’Ottocento, si intende il Settecento.

Il racconto prende l’avvio in una mattina di primavera del 1771 – ma nella realtà storica nel 1768 -, quando due giovani si muovono da Treviso per raggiungere Venezia. Uno di loro è Antonio Canova. Vanno a cercare fortuna nel mondo dell’arte, la passione della loro vita e la fiamma che alimenta tutti i loro sogni. Il libro, pieno di interessanti note che rimandano a cronache venete dell’epoca, è un vivace ritratto della vita di illustri personaggi del mondo letterario ed artistico nel contesto di una città viva e piena di fascino.

Breve sinossi a cura di Claudia Pantanetti, Libera Biblioteca PG Terzi

Dall’incipit del libro:

Nel secolo passato, al tempo che i nostri nonni in parrucca colla coda, facevano una corte spietata alle nostre nonne in toppè, la città di Treviso non era così linda come al giorno d’oggi. Fabbricata, a quanto sembra, prima dell’invenzione dello spago, la linea retta non appariva che per accidente. Ogni persona che fabbricasse una casa, aveva qualche motivo per collocare la sua fabbrica un passo più avanti o più indietro del vicino, o formava un angolo a dritta o a sinistra, per vedere il sole più presto o più tardi secondo i suoi gusti. Allora nessuno parlava di libertà, ma nessuno s’immaginava che si potesse impedire ad un cittadino di erigere una casa a suo talento, anche in mezzo alla piazza se lo avesse trovato opportuno. Frutto dell’assoluta libertà era che ognuno pensava per sè, per la qual cosa Treviso è risultata di un pittoresco indescrivibile. Le strade a zig-zag alte e basse, ad angoli sporgenti o rientranti con le finestre e le porte a capriccio, con portici o senza portici, secondo le idee del proprietario. La polizia municipale non era ancora inventata, i municipi non avevano nè il medico, nè l’ingegnere, nè la commissione dell’ornato, che sorvegliassero l’igiene pubblica, le strade ed i fabbricati.

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