Prendendo spunto dalle idee speculative di Varisco, Carabellese, in questo testo del 1937, ribadisce alcuni caposaldi del suo pensiero che, come lo definisce Abbagnano, può essere riconosciuto come “spiritualismo oggettivistico”.

Il punto di vista che elabora è quello della coscienza comune: l’unica realtà concreta è la coscienza definibile come consapevolezza che il soggetto ha dell’essere. In questo esplica la sua critica dell’idealismo italiano che, secondo Carabellese, nello studio dell’essere in sé non sa vedere altro che quello del realismo ingenuo e che risulta astratto, mentre si ritrova invece essere concretissimo vissuto dalla coscienza. Sempre seguendo questo filo logico Carabellese ribalta l’argomento ontologico: se Dio è l’essere in sé è contraddittorio pensare che sia esistente, poiché esistenza è relazione. Per questo affermare l’esistenza di Dio significa paradossalmente negarlo. Afferma dunque non l’esistenza ma la pura oggettività di Dio.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

Il problema centrale della filosofia greca, si sa, è quello che poi fu detto dell’oggettività. Si voleva intendere che cosa fosse, in sè, il reale. Il problema restò tale, quello dell’essere in sè, anche nella baldanzosa affermazione sofistica del sapere soggettivo. Con questo soltanto si negò la conoscenza oggettiva di tale essere in sè. Questa negazione, però, aprì la via alla visione dell’idealità di questo essere. La stessa varia formulazione della saggezza dell’uomo greco partiva anche dalla varia soluzione di quel problema.
La visione dell’essere in sè come universale idea è la soluzione del problema, che poi fu detto, dell’oggetto. Soluzione, che raggiunge il culmine del suo sviluppo nell’Uno plotiniano, in cui è sublimato il mondo platonico delle idee. Il problema dell’oggetto è così risoluto nella sua massima profondità. E col problema dell’oggetto è risoluto il problema della verità, se è vero che la verità deve essere oggettiva e quindi unica ed universale.
Ma, proprio mentre il problema della verità veniva sviluppando la sua soluzione nella chiara concezione della conquista speculativa che rappresentava ed apportava (ripeto: l’essere in sè come l’Idea oggettiva), venivasi, anche per questa stessa ragione, maturando la più profonda rivoluzione spirituale che la storia ricordi: il Cristianesimo. Una concezione nuova della vita e dell’essere in breve conquistò le coscienze e invase il pensiero: I soggetti umani trovarono sè capaci di certezza.

Scarica gratis: L’idealismo italiano di Pantaleo Carabellese.