(voce di SopraPensiero)

«Questo genere di assassini non si scoprono mai… Ero sicuro che prima o poi gli sarebbe capitato. Avrebbe dovuto vedere in faccia certi ragazzi che invitava da lui, di sera. Anche in pieno giorno io ne avrei avuto paura». «La cosa più tremenda è che io so chi è l’assassino… È uno che traeva in inganno, perché aveva una faccia angelica…”».

Patrick Modiano non aveva bisogno di presentazioni, nel 1978, quando vinse il Premio Goncourt per questo romanzo. E men che meno ne ha oggi, dopo il Nobel per la Letteratura dell’anno scorso. Via delle Botteghe Oscure è un giallo atipico (qui presentato nella collana dei narratori stranieri, con sovraccoperta e la Postfazione di Giorgio Montefoschi) che verrebbe da accostare più a Dürrenmatt che ai classici dell’investigazione, per la sua ricerca atipica di una verità che tende sempre a sfuggire non per la sua particolarità, ma proprio per il suo essere “qualunque”, difficile da individuare ancor prima che da afferrare. Il protagonista, che comincia a indagare sul suo passato dopo aver svolto per oltre otto anni attività di investigazione privata per conto terzi, ci mette di fronte a un’amara caratteristica della vita umana: siamo molto “notevoli” di quanto consideriamo noi stessi ogni giorno; al contrario, come elementi di uno sfondo indistinto, saremmo difficili da rilevare se non ci mettessimo con ogni buona intenzione a definire i nostri stessi contorni su quello sfondo. Questo però non ci rende meno unici, né rende quella ricerca meno indispensabile e umana. Un libro sulla memoria e sulla storia, e su quel loro legame che le rende a un tempo singolari e universali. Da non perdere.


P. Modiano, Via delle Botteghe Oscure, ed. Bompiani, 2015.

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Paolo Calabrò
Laureato in scienze dell'informazione e in filosofia, gestisco il sito ufficiale in italiano del filosofo francese Maurice Bellet. Ho collaborato con l'Opera Omnia in italiano di Raimon Panikkar. Sono redattore della rivista online «Filosofia e nuovi sentieri» e membro dell'associazione di scrittori «NapoliNoir». Ho pubblicato in volume i saggi: – Scienza e paranormale nel pensiero di Rupert Sheldrake (Progedit, 2020); – Ivan Illich. Il mondo a misura d'uomo (Pazzini, 2018); – La verità cammina con noi. Introduzione alla filosofia e alla scienza dell'umano di Maurice Bellet (Il Prato, 2014); – Le cose si toccano. Raimon Panikkar e le scienze moderne (Diabasis, 2011) e 5 libri di narrativa noir: – Troppa verità (2021), romanzo noir di Bertoni editore (2021); – L'albergo o del delitto perfetto (2020), sulla manipolazione affettiva e la violenza di genere, edito da Iacobelli; – L'abiezione (2018) e L'intransigenza (2015), romanzi della collana "I gialli del Dio perverso", edita da Il Prato, ispirati alla teologia di Maurice Bellet; – C'è un sole che si muore (Il Prato, 2016), antologia di racconti gialli e noir ambientati a Napoli (e dintorni), curata insieme a Diana Lama.