(voce di SopraPensiero)

 

Nel secondo volume delle poesie di Domenico Tempio emerge con chiarezza l’obiettivo di abbattere miti, di scoprire gli aspetti più ridicoli o vuoti di favole e tradizioni, per una presa di coscienza più consapevole della realtà umana, di una visione dalla vita dove non c’è posto per sogni e false credenze.

Lu Canteru di Binidittu dissolve il mito dei Ciclopi, che è così vivo nella tradizione isolana e geograficamente vicino al poeta, nella “lezioni pri la sciocca genti”.
La risata che scaturisce dagli umili descritti dal Tempio è amara anche se essi non sono mai né vinti né rassegnati; non sanno piegare il destino ma non vi si rassegnano. Si riconferma l’importanza e l’efficacia della poesia satirica in Sicilia, dopo la lezione del cartesiano Tommaso Campailla, come strumento per combattere pregiudizio e malcostume in attesa che l’idea civile riesca ad espandersi e rinnovarsi.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

Voglio finalmente chiuderti la bocca, per non sentirti più gridare contro la povera berretta di Tempio. Che diamine! Le hai dichiarato una guerra più ostinata di quella, che Filippo Macedone fece alla Grecia. Eccoti in breve la storia di questo grande avvenimento, che ha dato a te più d’inquietudine, di quel che non ne diede alla Flotta di Marcello il genio di Archimede.
Gli amici di Tempio desideravano di avere inciso in rame il di lui ritratto. Era allora in Catania il Sig. Domenico Huot impiegato in questa Commissaría inglese; glie se ne fece parola, ed egli si prestò subito con piacere alla dimanda, che gli si faceva. Gli si portò un ritratto in grande a colori sopra tela, in cui Tempio veniva rappresentato nella posizione d’un vero ispirato d’Apollo; gli occhi piuttosto in alto, pieni di ammirazione, e di pensiero, e i capelli in un disordine, che annunziava l’astrazione della sua anima da tutto ciò, ch’era fuori di lei. Huot non diede bene nel segno: il rame non somigliava il quadro. Ne vuole incidere un altro; ma dimanda, che gli si dia un ritratto della stessa grandezza di quello‚ che doveva da se essere inciso: giacchè Huot non era che un Dilettante. Si prega un amico pittore per disegnarne uno a lapis, e questi per l’impegno di riuscire impiega una intera giornata in questo lavoro, e siccome gli si voleva dare la stessa posizione del primo, così Tempio ebbe a stare una giornata intera colla testa scoverta.

Scarica gratis: Operi di Duminicu Tempiu catanisi. Tomu 2 di Domenico Tempio.