(voce di SopraPensiero)

 

Buonaiuti compie un interessante excursus attraverso le tappe salienti nel processo di sviluppo dell’ascetismo organizzato nel cristianesimo soffermandosi principalmente su quelle figure e su quei movimenti l’azione dei quali è stata fortemente normativa o più specificamente significativa.
Dal programma di cammino verso la perfezione dei cristiani dell’epoca precostantiniana, con la nascita delle pratiche ascetiche in Egitto attraverso il pensiero e le opere di Epifanio e Girolamo, Origene e Metodio, fino al superamento di questo programma a mezzo dell’opera di Eusebio di Cesarea. La sconfitta dell’«eresia» manichea che, forse più d’ogni altra porta l’ascetismo alle sue più estreme conseguenze ma che lascia attraverso il suo interprete Ieraca la via per l’ascetismo con le prime comunità di cenobiti. La sistemazione definitiva della pratica ascetica attraverso le pratiche di Evagrio Pontico e infine le «Regole» di san Basilio.

Sinossi a cura di Catia Righi

Dall’incipit del libro:

L’Egitto antico è stato la terra classica del misticismo, così individuale come associato. I templi delle divinità egiziane sono stati palestre, nelle quali gli spiriti si sono pazientemente addestrati all’esercizio dell’ascesi e al conseguimento della beatifica contemplazione. I «sapienti dell’Egitto» ritenevano che la sola forma di adorazione appropriata alla sacra maestà divina fosse quel culto interno dello spirito che si esplica nel silenzio e si celebra nell’occulto. Un senso profondo dell’intima familiarità col mondo delle realtà soprannaturali accompagna l’esplicazione della vita religiosa nella valle del Nilo. Giamblico, trattando dei misteri egiziani, descrive con minuta precisione i caratteri differenziali che distinguono le epifanie degli dei da quelle degli angeli, dei demoni, degli arconti, delle anime. La misteriosofia egiziana ha impregnato di sè, nelle sue forme più raffinate, la speculazione neoplatonica. Plotino allude molto spesso alle consuetudini liturgiche proprie dei templi della sua patria. Egli colma di vituperi coloro che nelle solennità religiose si danno alla gozzoviglia, «reputando simile godimento quasi più certo che la visione del dio» e che, non avendo praticato l’astinenza necessaria, sono incapaci di partecipare ai misteri. E poichè nelle cerimonie rituali il dio non discopre ad essi il suo volto, essi lasciano di credere alla sua esistenza. «Duro invece e il sentiero del possesso divino. Per giungervi, occorre, secondo Plotino, che l’uomo si affranchi da ogni sensazione, si spogli di ogni desiderio, si liberi da ogni passione, pronto a rimanere solo a solo con l’Uno». La Monade infatti non può rivelarsi e comunicarsi ad una Diade, quale sarebbe la ragione, espressa attraverso la parola: ama bensì l’adorazione silenziosa.

Scarica gratis: Le origini dell’ascetismo cristiano di Ernesto Buonaiuti.