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Ugo Santamaria

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Cento cinquanta camere, in tre piani, nel punto piú popoloso della città. Tre ordini di finestre tutte uguali, le ringhierine ai davanzali, le vetrate e le persiane grigie, chiuse, aperte, semiaperte, accostate.
Un preistorico rito, oltre a quello di fare il pane in casa, voleva mia madre, nella nostra casa di Nuoro, insegnare alle sue farfallesche figliuole. Questo rito era venuto dalle montagne della Barbagia fin dai tempi in cui all'ansito dei puledri selvaggi si univa quello degli indomiti cavalieri Iliensi.
Vincenzo della Cascina Rampina, preso con sé Bortolino, il più grande dei suoi figliuoli, messi due piccioni e quattro noci in un canestro, venne a Milano coll’asinello a trovare il suo figlioccio, o per dir meglio il suo padroncino Mario, che compiva giusto in quel giorno i dodici anni.

I testaroli sono una gloria esclusiva dell’alta Valdimagra.

E chi, quassù, non ha assaporato la gioia di sedere a una mensa imbandita, davanti a un piatto fumante della piccante pietanza?

C’era una volta un re e una regina. Questa ogni anno metteva al mondo una figliola. In capo a cinque anni ne aveva cinque, tutte belle come tanti occhi di sole.
Devi dunque sapere che ho un passerotto e che ne ho avuto un altro che è morto, credo avvelenato da qualche insetto (una blatta o un millepiedi). Il primo passerotto era molto più simpatico dell’attuale.
No, no, come rassegnarmi? E perché? Se avessi qualche dovere verso altri, forse sí. Ma non ne ho! E allora perché? Stammi a sentire. Tu non puoi darmi torto. Nessuno, ragionando cosí in astratto, può darmi torto. Quello che sento io, senti anche tu, e sentono tutti.
La mia prima e sola amica si chiamava Biancofiore: ed è stata la prima e sola persona al mondo che io abbia cordialmente invidiato. Il padre era medico, ma anche studioso di lettere: di qui forse il nome della sua unica figlia.
C’era una volta, in un paese molto lontano, un giovine principe che poteva vantarsi d’esser l’uomo più felice della terra. Era bello, era coraggioso, ricco e gentile; abitava un palazzo stupendo circondato da giardini immensi dove si ammiravano le collezioni complete dei fiori di ogni specie; aveva trecento cavalli nelle scuderie…