Inizialmente scritto e musicato da Nicola Antonio Porpora, il libretto fu rappresentato per la prima volta il 28 agosto 1720, giorno del compleanno dell’imperatrice Elisabetta Cristina (moglie di Carlo VI).

Metastasio affianca l’amore cortese della nobiltà, alle abitudini più semplici della gente di campagna. La trama si basa su motivi tratti da alcune canzoni dell’Orlando furioso dell’Ariosto e dell’Orlando innamorato di Matteo Maria Boiardo. Sullo sfondo le leggendarie guerre tra le truppe cristiane di Carlo Magno e i saraceni del re musulmano Agramante.

Dall’incipit del libro:

ANG.
Esci dal chiuso tetto,
Medoro, idolo mio; fra queste frondi,
Fra quest’erbe novelle e questi fiori
Odi come susurra,
Dolce scherzando, una leggera auretta,
Che all’odorate piante,
Lieve fuggendo, i più bei spirti invola,
E nel confuso errore
Forma da mille odori un solo odore.
Vieni, che in questo loco,
Ove del dì splendon più chiari i rai,
Men grave albergo e più felice avrai.

MED.
Conduci ove ti piace,
Angelica, mio nume, il tuo fedele;
Portalo pur dove il diurno raggio
Aduggia i vasti campi
E al nudo abitator le membra imbruna;
Portalo al freddo polo,
Ove Aquilone in sempiterno ghiaccio
I salsi flutti all’Oceàno indura;
Ché, se con lui tu sei,
Più non cerca Medoro, e più non cura.

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