Il quarto Tomo della Cronica contiene il Libro VIII (110 capitoli) e il Libro IX (113 capitoli).

Nel Prologo del Libro VIII Villani affronta il tema su quale vinca, tra la forza delle armi o l’eloquenza:

«quale sia al mondo di maggiore operazione, o la potenza dell’armi nelle mani de’ potentissimi duchi e signori senza la virtù dell’eloquenza, o la nobile eloquenza diffusa per la bocca de’ principi con assai minore potenza; e parne trovare, avvegnachè il mio sia lieve e non fermo giudicio, che l’eloquenza abbi soperchiata la potenza, e fatte al mondo maggiori cose»

e dunque apre il libro con la presentazione di frate Iacopo del Bossolaro, agostiniano che alla metà del XIV sec. incitò i pavesi ad opporsi alle mire espansionistiche dei Visconti di Milano. Peccato che il suo tentativo non ebbe esito positivo, smentendo almeno in questo caso la conclusione dell’autore. Continuano anche qui le scaramucce tra comuni toscani, tra Perugia e Cortona, tra Milano e Brescia, …, e poi le scorrerie del conte di Lando (Konrad Wirtinger von Landau, capitano di ventura tedesco). Si alternano agli eventi in Italia, gli accadimenti in Francia, Spagna e resto d’Europa, le nascite mostruose e singolari accidenti.

Il Libro IX, oltre alle battaglie di riconquista del territorio della Chiesa, si parla del cattivo stato della Sicilia, della folgore caduta sulla chiesa maggiore di Siena e di nuove nascite mostruose, di continue battaglie tra le città e poi dei Turchi che giungono in Romania, del re d’Inghilterra che assedia Parigi e della morte dell’imperatore dei Tartari… e si chiude il libro narrando come i pisani bruciarono un castello dei pistoiesi.

Sinossi a cura di Claudia Pantanetti, Libera Biblioteca PG Terzi APS

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Dall’incipit del VIII Libro:

Avvegnachè antica questione sia stata tra’ savi, nondimeno la mente nostra s’è affaticata in ricercare gli esempi degli autori d’ogni tempo per avere più chiarezza, quale sia al mondo di maggiore operazione, o la potenza dell’armi nelle mani de’ potentissimi duchi e signori senza la virtù dell’eloquenza, o la nobile eloquenza diffusa per la bocca de’ principi con assai minore potenza; e parne trovare, avvegnachè il mio sia lieve e non fermo giudicio, che l’eloquenza abbi soperchiata la potenza, e fatte al mondo maggiori cose; e l’eloquenza di Nembrot, ammaestrato da Gioniton suo maestro, raunò d’oriente tutta la generazione umana in un campo a edificare la torre di Babel; la confusione della lingua mise la loro forza e la loro opera in distruzione. Serse volendo occupare la Grecia coprì il mare di navi, e il piano e le montagne d’innumerabili popoli; la leggiere forza di Leonida, con cinquecento compagni inanimati dall’ammaestramento dell’eloquenza di quello uomo, fece sì incredibile resistenza a quello sformato esercito, che a’ Greci diede speranza di vincerlo, e al re volontà con pochi de’ suoi di ritornare indietro. Alessandro di Macedonia con piccolo numero di cavalieri infiammati dall’informazione della compiacevole lingua di colui, vinse le infinite forze di Dario e’ suoi tesori. I nobili principi romani più per savio ammaestramento della disciplina militare, che per arme o per forza di loro cavalieri domarono l’universo.

Scarica gratis: Cronica. Tomo IV di Matteo Villani.