Nel 1943, durante i suoi anni in Palestina, costretto a quell’esperienza dalle persecuzioni del fascismo e del nazismo, e limitato nelle sue attività dalle difficoltà linguistiche e ambientali che mortificavano il suo impulso a un più piena collaborazione alla crescita della terra di Israele, Riccardo Bachi iniziò a scrivere uno “Zibaldone” di pensieri, non destinato alla stampa, dove annotava riflessioni varie, stati d’animo e ricordi, meditazioni suggerite dall’osservazione della vita ebraica. Da questo Zibaldone la famiglia trasse nel 1952 il testo dal quale è tratto questo e-book e destinato agli amici “come una postuma eco del suo pensiero, della sua voce”.

Pagine sulla vita: “Per essere felici è necessaria anche una certa buona volontà…” e riflessioni sulla vecchiaia e sulla morte:

“I fenomeni fisiologici e psicologici che segnalano la vecchiaia, quando assumono uno svolgimento normale, hanno del meraviglioso, in quanto tendono a determinare spontaneamente l’equilibrio tra aspirazioni e possibilità…” “Tra il vecchio e il morto c’è pochissima differenza. Adesso certe volte mi sento molto vecchio e mi accade di sentire anche fisicamente in me soltanto l’anima…”.

Troviamo poi pensieri sul lavoro e sul dovere, sulla solidarietà e sulla tolleranza, sulla preghiera e sulla santità. Rivolge poi il suo sguardo all’ambiente che lo attorniava:

“Qualcuno sorride o ride di me, che trovo tutto bello, tutto buono tutto meraviglioso in Palestina e mi oppone che la Palestina è un paese come tutti gli altri e gli Ebrei non sono né migliori né peggiori di altri popoli […] Io da moltissimi anni vivo come ebreo. Ho marcatissima la sensazione della tradizione ebraica della mia appartenenza al popolo ebraico… come ebreo sento che la Torah delinea un ideale umano, un tipo di uomo e lo pone intanto dinnanzi ad Israele come ideale raggiungibile”.

I brani dello “zibaldone” esclusi da questa edizione furono pubblicati in tre puntate su “Rassegna mensile di Israel”. Leggiamo in una di queste puntate le tracce degli studi che Bachi andava conducendo per sviscerare dalla Bibbia le scarse notizie sulla fenomenologia economica: “Ho da gran tempo riconosciuta la analogia tra il sistema economico della Torah e il sistema marshalliano dell’economia del benessere”. Già nel 1936 aveva pubblicato su “Rivista di Storia economica” l’articolo L’economia politica nella Bibbia. L’analogia tra il sistema economico della Torah e quello marshalliano veniva ravvisato in un programma organico di redistribuzione delle risorse e della ricchezza i favore dei più miseri.

Questo breve testo ci consegna quindi la memoria di un uomo che dedicò la vita agli studi sempre con grande coerenza e costantemente lontano dalla vacuità di un vano apparire.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

(Gerusalemme, 15 luglio 1943)… Il cervello non è mai ozioso in stato di veglia; potrà magari essere occupato in pensieri vani, indifferenti, minimi… (ma pensieri sempre esistono e si succedono vertiginosamente). Sarebbe sforzo non privo di senso quello di chi tentasse di registrare per un po’ questa successione, ma, la registrazione non potendo essere automatica e così rapida come la mutabilità del pensiero comporterebbe, la successione non sarebbe più spontanea ed il significato come materia indicatrice di lavorio psicologico diventerebbe minimo o nullo…; potrebbe riuscire attraente un libro che cercasse di imitare il lavoro spontaneo e senza posa del cervello di un qualsiasi uomo attraverso una supposta giornata, esprimendo per iscritto in informe successione i pensieri nella loro stravagante e saltellante serie, determinata spesso da circostanze esteriori…

Scarica gratis: Colloqui con me stesso di Riccardo Bachi.