Negli Anni Trenta ciò che si conosceva della Romania, tra Parigi e Roma, non era poi molto: manuali per turisti ce n’era uno, edito da Hachette, ma abbastanza lacunoso. Un diario del viaggio compiuto da Aldo Mieli, storico della scienza, per incontrare i suoi corrispondenti di quel paese, rappresenta quindi una curiosità sotto l’aspetto turistico oltre che culturale.
Mieli ci fa incontrare paesaggi naturali ed umani all’epoca pochissimo conosciuti, e ringrazia per queste esperienze i suoi ospiti, tutte persone di spicco in varie discipline scientifiche o nell’industria. Siamo partecipi del suo entusiasmo per gli scavi di Drobeta, e del suo disappunto per il mancato incontro con Mircea Eliade. Il breve resoconto ci fornisce anche uno spaccato della vita culturale romena nella primavera del 1936, filtrato con gli occhi di un attento osservatore.
Sinossi a cura di Gabriella Dodero
Dall’incipit del libro:
Era con vivissimo desiderio che aspettavo il momento della mia partenza per partecipare alla ottava riunione della nostra Accademia che doveva aver luogo in România. Da varî mesi mi preparavo al viaggio, sia studiando una grammatica rumena, per non andare colà tutt’affatto digiuno della frumoasa limbă românească, sia leggendo libri sulla storia di questo popolo che così bene seppe conservare, nonostante l’irruzioni dei barbari, la lingua ricevuta da Roma, sia consultando la guida (l’unica, purtroppo, e assai mal fatta) che la casa Hachette ha riservato alla România, e, insieme, alla Bulgaria ed alla Turchia. Finalmente, il 3 aprile, potei salire sul treno che mi doveva portare verso l’oriente.
La mia prima tappa fu Basel. Desideravo rivedere il collega Gustav Senn, e intrattenermi con lui sui progressi dei suoi bei lavori su Theophrastos (vedi Archeion, XVII, 1935, p. 117 e pag. 260). L’eminente direttore dell’Istituto botanico era venuto alla stazione ad aspettarmi; così potei passare con lui l’intiero pomeriggio, anche perchè la sua gentile signora e lui vollero trattenermi a cena. Ripartii l’indomani mattina, viaggiando tutto il giorno e fermandomi per pernottare solamente a Salzburg, dove una pioggia insistente non smentì la mala fama climatica che grava su questa bella e ridente città, celebre, sopratutto, per aver dato i natali a Wolfgang Mozart. Ed io pensavo che forse fu il desiderio di indovinare i rari giorni nei quali non pioveva, che indusse l’irlandese Virgilius (Sanct Fergil), vescovo di Salzburg, a divenire per ordine di tempo (VIII secolo) il primo meteorologo dei paesi germanici.
Scarica gratis: Un viaggio in Romania di Aldo Mieli.