Lo storico stalinista Gastone Manacorda scrisse che la tendenza anarchica antiorganizzatrice schicchiana è “confinante con la delinquenza comune e con la provocazione poliziesca”.

Credo che se si legge questo “Storie di Francia” del 1930 si scorge invece una determinazione incrollabile nel condurre la propria lotta contro il sopruso e l’ingiustizia che in quegli anni si concretizzava anche nell’atteggiamento della Francia teso a demonizzare e criminalizzare gli immigrati, soprattutto italiani, allo scopo di avere il pretesto di espulsione delle voci critiche verso l’Italia fascista. Infatti questo volumetto – annunciato come “parte I”, ma che non ebbe mai il seguito – fu pubblicato un anno dopo l’espulsione dell’autore stesso dal suolo francese.

Scrisse Sandro Pertini a Corsentino che gli aveva richiesto informazioni a proposito di Schicchi, poiché i due furono compagni di pena durante il fascismo nel carcere di Turi: “Desidero farti presente che ho conosciuto a Turi Paolo Schicchi e che si è sempre comportato con molta dignità e fierezza in ogni momento della sua vita”. Ecco, credo che leggendo questo breve scritto possiamo riscontrare dignità e fierezza, non mai propensione alla “delinquenza comune”.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

Chi ha letto l’Apologeticus di Tertulliano deve ricordarsi di ciò che il grande apologista del cristianesimo scrive sull’avversione, per partito preso, del mondo pagano del suo tempo contro i cristiani.
— Muore un imperatore (dice suppergiù Tertulliano) e si grida. «I cristiani alle fiere!»
Imperversa un’epidemia e si urla: – «I cristiani alle belve!»
Sopravviene un terremoto, si scatena una tempesta, il raccolto va male, i barbari minacciano le frontiere ed è sempre lo stesso grido: «I cristiani ai leoni!»
Di tutto quello ch’è brutto o cattivo o dannoso o pericoloso si fa carico ai cristiani, anche delle coliche dei crapuloni romani, del cattivo umore di Giove Pluvio e dei capricci di Venere.
Lo stesso in varii tempi e in diversi luoghi è avvenuto ai poveri ebrei; e presentemente nella «dolce terra di Francia», nella patria dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino si sta ripetendo con i lavoratori stranieri e in modo speciale con i profughi politici.
Tutte le volte che succede qualche disordine (sic) politico o qualche parapiglia sociale o una dimostrazione qualsiasi; tutte le volte che i comunisti francesi indicono una riunione, un comizio o una parata; tutte le volte che un dittatore o un sovrano della santa alleanza o semplicemente un console fascista o una legione americana si prepara a compiere un giro sul suolo francese, i gazzettieri, i politicanti e gli speculatori della reazione si mettono a gridare in coro «Via la straniero! Dàlli allo straniero! Fuori gli esuli!»

Scarica gratis: Storie di Francia di Paolo Schicchi.