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In questo breve testo del 1870 il chimico e matematico Sebastiano Purgotti espone le sue ragioni per eliminare lo studio della geometria nei ginnasi e lo studio di Euclide nei licei italiani.
Purgotti ritiene che abolire la geometria aiuti i ginnasi, soprattutto quelli di piccoli paesi che non possono approfondire bene le materie, ad accedere ai licei. Sostiene inoltre che già l’aritmetica richieda applicazione e sviluppi facoltà intellettuali come la geometria e inoltre ritiene problematico che la geometria sia spiegata al liceo da un docente diverso da quello degli anni precedenti.
Purgotti poi propone di abolire lo studio di Euclide dai licei in quanto ritiene che, se trattati di geometria come quello di Legendre possono essere usati nelle scuole con alcune correzioni, le correzioni da apporre agli Elementi di Euclide sarebbero troppe, soprattutto nei libri V e VI.
Sinossi a cura di Michele De Russi
Dall’incipit del libro:
In un mio articolo, inserito nella dispensa nona di questo periodico, dissi incidentemente che necessario sarebbe eliminare dai ginnasî lo studio degli elementi di geometria per ragioni delle quali ivi sarebbe stato troppo lungo il dettaglio. Valga questa nota ad esporle.
E prima d’ogni altro, da questo mio divisamento non si prenda motivo di opinare, che io mi uniformi alla opinione di quelli, che credono incompatibili con i primi studî letterarî i primi elementi delle matematiche; giacchè io sono d’avviso che questi, come inceppano se male, così, se bene insegnati, dispongono il vergine intelletto degli allievi ad abituarsi alla deduzione, e temperano il calore della fantasia eccitato dalle lettere amene col freddo della riflessione recata sulle primizie delle scienze severe.
Perchè chiare in proposito appariscano le mie idee, è d’uopo che prima d’ogni altra cosa io manifesti il desiderio che i ginnasî tutti dieno il diritto d’ingresso ai pubblici licei.
Nelle piccole città e borgate ove questi mancano, i padri a malincuore si trovano obbligati a svellere dal seno della famiglia i loro figli per dirigerli tuttora impuberi alle scuole liceali. Deh! non si aggiungano maggiori difficoltà, sicchè per insufficienza d’istruzione nei loro ginnasî, sieno obbligati a toglierli dai loro occhi poco meno che bambini.
Giovinetti talvolta delle più belle speranze, provenienti da ginnasî non equiparati ai regî, sono ammessi alle scuole liceali; ma è loro sempre compagno il palpito d’una crudele incertezza, perchè per lo più l’ingresso è sotto condizione, che in fine dell’anno superino gli esami in quelle materie, nelle quali all’apertura delle scuole non poterono o subirli o superarli.
Scarica gratis: Sulla necessità di escludere lo studio della geometria dai pubblici ginnasi e l’Euclide dai licei di Sebastiano Purgotti.