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L’opera più importante di Domenico Pacini è senz’altro lo studio della “radiazione penetrante”, ossia lo studio delle particelle dotate di energie relativistiche (soprattutto protoni e particelle alfa) che giungono sulla Terra dallo spazio esterno e che sono note col nome di “raggi cosmici”. Questa scoperta è attribuita di solito al fisico austriaco Victor Franz Hess, che nel 1936 ottenne il Premio Nobel per la fisica proprio per i suoi studi sui raggi cosmici.
In realtà si pervenne alla loro scoperta e alla spiegazione della loro origine grazie soprattutto (vi furono anche contributi minoritari) agli studi, contemporanei e complementari fra di loro, svolti da Pacini e da Hess, il primo per mezzo di esperimenti eseguiti fra il 1907 e il 1911 e descritti in una memoria pubblicata nel Nuovo Cimento nel 1912, l’austriaco per mezzo di esperimenti eseguiti fra il 1910 e il 1912 e pubblicati ugualmente nel 1912. Pacini poté escludere l’origine terrestre delle radiazioni registrando la diminuzione della loro intensità in profondità nelle acque marine di Livorno e in quelle del lago di Bracciano; Hess registrandone l’aumento dell’intensità in quota per mezzo di un pallone aerostatico.
Gli studi giovanili sulla ionizzazione dell’atmosfera spinsero Pacini a studiarne l’origine cercando di falsificare l’ipotesi che le particelle originassero dalla crosta terrestre. Misure dell’intensità della radioattività, definita come velocità di scarica di elettroscopio carico, eseguite da Pacini al di sotto del livello del mare nel Giugno 1911 (e successivamente nello stesso anno nelle profondità del lago di Bracciano) gli permisero di osservare che era minore di quella alla superficie e ipotizzarne pertanto l’origine extraterrestre. Gli esperimenti di Pacini costituiscono inoltre i primi studi sulle particelle eseguiti in ambiente sotterraneo, antesignani di quelli svolti attualmente per es. nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso.
Sinossi tratta da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Domenico_Pacini
Dall’incipit del libro:
Le osservazioni eseguite sul mare nel 1910 mi conducevano a concludere che una parte non trascurabile della radiazione penetrante che si riscontra nell’aria, avesse origine indipendente dall’azione diretta delle sostanze attive contenute negli strati superiori della crosta terrestre.
Riferirò ora sopra ulteriori esperienze che confermano quella conclusione.
I risultati precedentemente ottenuti indicavano esistere, sulla superficie del mare, dove non è più sensibile l’azione del terreno, una causa ionizzante di tale intensità da non potersi spiegare esaurientemente considerando la nota distribuzione delle sostanze radioattive nell’acqua e nell’aria.
Difatti, come l’Eve ha mostrato, si può calcolare facilmente quale dovrebbe essere l’azione ionizzante dovuta alle radiazioni γ emesse da particelle attive nell’aria, alla superficie del mare.
Scarica gratis: La radiazione penetrante alla superficie ed in seno alle acque di Domenico Pacini.