(voce di SopraPensiero)

 

Apparsa nel 1798, la Relazione è il resoconto di un’indagine conoscitiva che Saverio Scrofani avviò dopo che la Repubblica di Venezia lo aveva nominato Sovrintendente generale dell’agricoltura e del commercio col Levante, facendogli compiere un sopralluogo nella Morea (l’odierno Peloponneso, allora sotto dominazione ottomana), per promuovervi l’introduzione di moderne tecniche agricole nella prospettiva di incrementare la produzione e accrescere gli scambi commerciali a miglior vantaggio del governo veneto.

Studioso di economia politica tra i più valenti del tempo, ma di solida cultura letteraria ed eccellente conoscitore della classicità, nella sua asciutta analisi lo Scrofani inserisce spassionati sguardi d’insieme sulla civiltà e i modi di vivere dei Greci e dei Turchi a lui contemporanei, giudicandone in parallelo i pregi e soprattutto i difetti con quello spirito di attenta osservazione dei caratteri e dei costumi che costituisce uno degli aspetti salienti nella letteratura di viaggio del Secolo dei lumi.

Sinossi a cura di Giovanni Mennella

Dall’incipit del libro:

La Morea conosciuta anticamente sotto il nome di Peloponneso, non è oggigiorno che una Provincia dell’Impero Ottomanno. L’Ismo di Corinto, che la univa una volta alla Beozia, ed all’Attica, ora l’unisce alla Livadia: quest’Ismo è bagnato da due Mari, che formano il Golfo di Lepanto a Tramontana, e quello di Kechries che si stende verso Levante. Ella è situata tra i gradi 36½ di latitudine, e 39, e 42′ di longitudine; ha il Golfo di Lepanto al Nord, il Mare Jonio all’Ovest, quello di Sicilia al Sud, e il Golfo di Kechries, e l’Arcipelago all’Est; la sua lunghezza dal Capo Rio vicino a Patrasso, sino all’opposto Capo, nominato S. Angiolo, è di 140 miglia: la lunghezza da Gastuni sino al Golfo di Napoli di Romania di 100; il suo giro di 600; finalmente la superficie di 7500 miglia quadrate all’incirca.
Oltre i detti Golfi di Lepanto, e di Kechries la Morea ne ha altri cinque considerabili, e sono, quello di Patrasso, di Coron, di Kolokitia, d’Arcadia, e di Napoli di Romania. Questi Golfi, che la cingono irregolarmente le hanno data la figura d’una foglia di moro, da cui venne denominata Morea: ella ha molti promontorj, ma due sono i principali, il Capo Matapan, che più s’avanza verso Mezzogiorno, e il Capo Sant’Angiolo, chiamati dagli antichi Teraro, e Malea.

Scarica gratis: Relazione su lo stato attuale dell’agricoltura e del commercio della Morea di Saverio Scrofani.