Copertina Voi siete quiArturo Fabra e Giuseppe D’Emilio recensiscono Voi siete qui, antologia di racconti edita nel 2007 da Minimum Fax, curata da Mario Desiati.

Segue un’intervista a Maura Gancitano, autrice di un racconto contenuto nella raccolta.


Mario Desiati termina con queste parole la prefazione a Voi siete qui (sedici esordi narrativi) edito da Minimum Fax:

Sempre a proposito di fallimenti e rischi. Chiudo questa parentesi personale con quanto dice Giacomo Debenedetti, il quale afferma che la critica è, come ogni forma d’arte, la condensazione di un opera. “Il rischio, tanto umano quanto letterario, di fallire nella ricerca della verità e della pertinenza” tocca a chi ha curato questa selezione, e con vero piacere sono disposto a provare questo azzardo.

Vogliamo togliergli subito il dubbio? Per quanto ci riguarda, auspichiamo che ci siano altri coraggiosi curatori che si assumano un tale azzardo, se ciò porta alla produzione di un’antologia come questa. È da un po’ che nel paramondo dei lettori si ammette, pur con timidezza pudibonda: “mi piacciono i racconti”. Nuova tendenza, ritorno ciclico di una forma narrativa? Evoluzione della specie sotto l’aspetto mediatico/comportamentale? Mah! Sapete che ormai trasmissioni radiofoniche, televisive e comunicati Web vengono studiati “per non superare la soglia d’attenzione”, vero? Forse il racconto ben si collega a questa esigenza di brevità? Non riapriamo diatribe millenarie sul se sia meglio un racconto o un romanzo, quale sia più difficile da scrivere eccetera, ma, se ancora abbiamo qualche pregiudizio verso la “short novel”, superiamolo e leggiamo questo libro. Anche se fosse l’unico dell’anno, non lo rimpiangeremmo. È esattamente ciò che si propone di essere: il “polso” della situazione, compilato con genialità dal curatore che è andato a spulciare per noi riviste cartacee e del Web (dove i risultati sono ancora più difficili da ottenere, nella vastità delle proposte), e tutto questo ottenendo la lista che segue. Da leggere accompagnandola con il vostro pezzo live preferito, come se stessimo elencando i componenti della band di una jam session.

  • Tiziana Battisti da Toilet con Venticinque Forbici: una storia di amore “angolare”.
  • Duccio Battistrada da Linus/Nazione Indiana con La delegazione arrivò a Massa senza troppi casini: un paziente ricordo vibrante.
  • Axel Braun da Superzeta.it con Fantasilandia: dove Tutto è possibile ma (forse) no.
  • Cristiano de Majo da Vertigine con Reincarnazione: “non è possibile!”.
  • Barbara Di Gregorio da Eleanore Rigby con Una notte qualunque all’Oca Banana: Paperopoli non sarà mai più la stessa.
  • Marco di Marco da Nazione Indiana con Muovendoci come gechi: torrido, sensuale e piovoso.
  • Maura Gancitano da BombaSicilia con Lampedusa: un colpo al plesso solare.
  • Tommaso Giagni da BooksBrothers con Il pugile: vince per KO tecnico perfino sui film di boxe.
  • Giacomo Giubilini da Lo Straniero con I panni sporchi si sbiancano in Africa: Italia Camerun: 0-3.
  • Babsi Jones da Fernandel con Balcanica: fuori dagli schemi.
  • Giancarlo Liviano, da Nazione Indiana con Le luicide de Paris: sul ciglio di un ponte.
  • Flavia Piccinini da MusiCaos con Manco un po’: altrimenti detto “Fuorisede”.
  • Francesca Ramos da ‘tina con Domenica: milioni di morti… più uno.
  • Piero Sorrentino da Stilos con Lo scasso di Poggioreale: se Ballard avesse visto Napoli…
  • Giorgio Vasta da Nazione Indiana con Bocconi: residui masticati e non.
  • Fabio Viola da TerraNullius con Gamma Mu: Gianni Versace come JFK?

Applausi, signori, perché questa antologia si legge e si rilegge, e serve come spunto per trovare e indagare i “siti”, cartacei e non, da cui provengono queste frecce, perché il piacere della lettura ci trasformi in ricercatori aspettando altre proposte similmente “azzardose”.

INTERVISTA A MAURA GANCITANO

Nel leggere il tuo racconto Lampedusa, siamo rimasti colpiti dalla tua maturità: sembri una persona più adulta, una persona che ha riflettuto, ha fatto esperienze, ha conosciuto tanta gente, ma hai poco più di venti anni… Vuoi parlarci della tua vita?

Non so cosa dire. Fino ad ora credo di aver avuto una vita abbastanza movimentata, ho fatto molte esperienze e ho incontrato molte persone, ma non posso neanche dire di aver avuto una vita così diversa da quella dei miei coetanei. Non so quanto di questo emerga da Lampedusa. Posso dire, però, che le cose più importanti non le ho ancora raccontate.

Nel tuo racconto, dai un’immagine “viscerale” della Sicilia…

Credo che sia un’immagine comune a tutti i siciliani. C’è voluto tanto tempo prima di riuscire a scrivere quelle cose, erano sentimenti che provavo da sempre ma che non avevo mai messo su carta, anche se avevo provato a farlo nellla sceneggiatura di Tuttotorna, un lungometraggio uscito per Cecchi Gori Home Video l’anno scorso, che ho co-sceneggiato. Si tratta di un’immagine che può anche diventare retorica, e un non-siciliano difficilmente riesce a capirlo.
Forse anche per questo motivo ho cercato di vedere Lampedusa con gli occhi di Ivano, il protagonista del racconto, che è lombardo.

Quando e come ti sei avvicinata alla scrittura?

Mi sono avvicinata alla scrittura circa undici anni fa. Attraversavo un periodo molto difficile. Scrivevo per cercare di dare un senso a quello che stavo vivendo, e perché scrivere mi faceva stare meglio. Poi, però, la scrittura è diventata una parte fondamentale della mia vita, non potevo più farne a meno, e allora scrivere è diventato molto più faticoso, mi sono accorta di quanto fosse complicato, di cosa volesse dire veramente.

Come ti è stato proposto di inserire un tuo racconto in questa interessante antologia?

Sono stata contattata lo scorso luglio da Mario Desiati, che aveva letto una parte del racconto su un numero speciale di BombaSicilia, una e-zine su cui scrivevo da qualche mese e che adesso dirigo. Dopodiché ho riscritto il racconto con l’aiuto di Mario e della redazione di Minimum fax.

Qual è stato il ruolo di Mario Desiati, anch’egli, peraltro, giovanissimo? Ti ha dato suggerimenti? Che tipo di rapporto hai avuto con lui?

Mario mi ha aiutata, insieme a Marco Di Marco, a editare il racconto. Mi hanno detto cosa secondo loro non andava bene, quali erano i difetti, le debolezze. Ho cercato di seguire i loro consigli, ma avevo comunque totale libertà.
Penso che Mario abbia creduto molto in questo racconto e sono sicura che i suoi consigli e il suo aiuto mi serviranno ancora in futuro.

Hai rapporti con gli altri autori presenti in Voi siete qui?

Prima dell’uscita del libro leggevo alcuni degli autori su Internet (Babsi Jones, Piero Sorrentino, Giorgio Vasta, solo per citarne alcuni). In questi mesi, però, ho avuto la possibilità di conoscerli quasi tutti di persona e mi sono trovata molto bene con loro, anche se ovviamente abbiamo passato poco tempo insieme.

Un’antologia di racconti come questa, inevitabilmente, fa pensare alle Under 25 curate venti anni fa da Tondelli e a Gioventù cannibale, che ha ormai più di dieci anni…

Credo che i progetti siano simili. Forse, però, da quest’antologia emergono molto di più le differenze di stile, linguaggio e temi affrontati di chi scrive oggi in Italia. Possono esserci delle somiglianze, delle strade, ma questi racconti non sono riconducibili a una matrice comune. Non può esserci una scuola, una corrente, ma ci sono delle persone che declinano in modo diverso la scrittura. Non credo si possa dire a priori se questa antologia avrà la stessa importanza. È una scommessa, per cui bisognerà vedere col tempo se sarà mantenuta.
Di sicuro all’interno di Voi siete qui ci sono degli autori che hanno già un lungo percorso alle spalle, che hanno già trovato la loro voce.

Quali sono i tuoi autori preferiti?

Trovo sempre molto difficile rispondere a questa domanda. Potrei fare un elenco infinito, ma non credo sia il caso.
Di solito finisco col citare Natalia Ginzburg, Italo Calvino e Cesare Pavese. Tre autori molto diversi tra di loro ma, credo, con alcuni punti in comune. Hanno rappresentato un certo modo di fare letteratura e editoria in Italia.

Qual è il tuo rapporto con Internet?

Quando ho iniziato a scrivere non sapevo con chi confrontarmi. L’unico modo per farmi leggere e per capire cosa fosse e come funzionasse l’editoria è stato Internet. All’inizio ho partecipato a dei concorsi letterari e ho frequentato dei forum, e poi ho iniziato a leggere i blog e i siti che stavano nascendo.
Nel 2005 sono entrata nella redazione di BombaSicilia e in BombaCarta. Credevo potesse essere una bella esperienza, ma non avrei mai immaginato che sarebbe diventata così importante per me. Allo stesso modo, nel 2006, sono entrata nel gruppo di Vibrisselibri: anche questo un ottimo esempio dei legami che Internet può creare e delle novità che può portare all’interno dell’editoria e della letteratura. Sono due modi per unire delle persone che vivono in angoli diversi d’Italia, che sono legate dalla stessa passione ma che senza Internet non potrebbero incontrarsi, non potrebbero dar vita ad un progetto comune.

Di cosa ti stai occupando in questo periodo?

In questi giorni è in uscita la mia prima raccolta di poesie, I lacci bianchi, pubblicata (senza contributo) da Armando Siciliano editore.
Gran parte del mio tempo, però, è dedicato a BombaSicilia, di cui adesso sono direttrice. A breve uscirà il nostro primo numero cartaceo, pubblicato da Navarra, che è anche editore di Margini, un’altra bella rivista letteraria.
E poi, cosa molto importante, sto iniziando a scrivere la tesi di laurea.

Progetti futuri?

Sto curando un’antologia di racconti ambientati a Milano, che dovrebbe uscire in autunno per una piccola ma lodevole casa editrice romana. Sta venendo fuori un progetto molto bello, che mi riempie d’entusiasmo.
E poi sto scrivendo un romanzo.

LINK E APPROFONDIMENTI

Per acquistare Voi siete qui presso la libreria online «Webster», partner di «Liber Liber»:

http://www.webster.it/BIT/8875211086/ASI/337441