Tag: Grazia Deledda
Il vecchio salinarolo Tromba aveva ereditato da sua figlia Orsola un sacco: per di più era un sacco di carta, spessa e solida, sì da sembrare stoffa, di un colore neutro, fra il grigio e il giallo, ma sempre carta.
Era una domenica, di novembre. La serva del Paradiso doveva avere anche lei, per l'arrosto festivo, spennacchiato piccioni e pollastrelle, perché il cielo, bianchiccio come un'aia pulita, era sparso di piume violacee e lionate.
Una sera di gennaio Fancin il famiglio, che sonnecchiava nascosto fra la parete della stalla e i fianchi caldi ed elastici della vacca rossa stretta a sua volta dai mucchi grigi e neri delle sue compagne, fu svegliato dalle voci delle donne che parlavano…
Il vecchio guardacaccia aveva ricorso al classico trucco dei mariti che si ritengono traditi; aveva detto alla sua nipotina Betta che, dovendo recarsi al paese per affari, sarebbe ritornato solo verso sera.
Un preistorico rito, oltre a quello di fare il pane in casa, voleva mia madre, nella nostra casa di Nuoro, insegnare alle sue farfallesche figliuole. Questo rito era venuto dalle montagne della Barbagia fin dai tempi in cui all'ansito dei puledri selvaggi si univa quello degli indomiti cavalieri Iliensi.
La mia prima e sola amica si chiamava Biancofiore: ed è stata la prima e sola persona al mondo che io abbia cordialmente invidiato. Il padre era medico, ma anche studioso di lettere: di qui forse il nome della sua unica figlia.
Si rassomigliavano solo nella magrezza e nella cattiveria, i due piccoli fratelli, uno rossiccio e lentigginoso, l'altro simile a un malese, panciuto, tatuato dalle frustate e dai graffi paterni, materni e fraterni.
Adesso che gli hanno tirato il collo, si può parlare, di questo gallo, senza odio e senza disprezzo! Per un mese buono, e il più bello e santo dell'anno, il mese di maggio, il mese di Maria incoronata di rose, l'ardente volatile fu il terrore…
Piegata sul suo piccolo registro, la signorina Giovanna, levatrice, faceva i conti dei suoi proventi mensili. Era, nel pietroso paese di montagna, la sola donna che, oltre la maestra di scuola, guadagnava: anzi, quella che guadagnava di più.