Il terzo volume contiene il libro sesto, conclusivo dell’opera, e la ricca appendice di documenti. Si apre nel 1492 e termina nel 1532 con la fine della Repubblica di Firenze. Sono circa 40 anni estremamente densi per la vita non solo politica della città. Carlo VIII scende in Italia, chiamato dagli Sforza ed entra in Toscana da nemico. La casa Medici «va a sacco», come scrive Capponi; compare la figura del Savonarola con le sue accese predicazioni; la repubblica rinasce in nuova forma. Pier Soderini è eletto gonfaloniere a vita, ma nel 1512 viene deposto e rientrano i Medici in Firenze. Sono gli anni dei grandi papi, da Giulio II Della Rovere a Leone X Medici a Clemente VII ancora Medici: la politica dello Stato della Chiesa è stata sempre in forte relazione con quella della potente città toscana. È l’epoca del sacco di Roma, ma anche del fiorire dell’attività di eminenti toscani come Machiavelli, Guicciardini, Buonarroti.

Andando avanti a volo nei secoli, Capponi giunge ai tempi ‘recenti’:

«La vita chiusa d’una provincia che ornò l’Italia, o aveva consumato la virtù sua, o più non bastava; la parte giovane e valente odiava già i troppo angusti confini. Si era veduto gli antichi governi per vivere farsi stranieri al paese; la Toscana quando riconobbe col resto d’Italia d’avere in sè un suo diritto più antico e maggiore, compiè un dovere volonterosamente, nè giunse ultima, nè a formare la Nazione si può dire che nulla facesse. Nè mai a’ suoi obblighi sarà per fallire; noi solamente facciamo voti perchè adagiandosi nelle sue molte felicità con troppo inerte compiacimento, non manchi a sè stessa.»

Dall’incipit del libro:

Se vi ebbe mai tempo in cui si veggano ad un tratto mutare aspetto le umane cose come per iscena di teatro, e nuovi uomini atteggiarsi diversamente da quei di prima, e un altro ordine prodursi di fatti e d’idee; tale fu quello al quale è giunta l’Istoria nostra, talchè gli scrittori sogliono quivi fermare il punto dove si chiude l’età di mezzo, e ha suo principio la moderna. Composte allora le grandi nazioni nella unità di monarchie possenti, cominciarono a mescolarsi tra loro per grandi imprese, cui dava il segno quella di Carlo VIII per la conquista del Regno di Napoli; i grossi eserciti permanenti e l’armi da fuoco in mano ai soldati mutavano gli ordini e le condizioni della guerra; intantochè l’uso già universale della stampa rendeva più agevoli a tutti gli uomini, e continui tra gente e gente i commerci del pensiero. In questo anno 1492 del quale scriviamo, Cristoforo Colombo scuopriva l’America; e poco dopo Vasco di Gama portoghese, girando l’Affrica, navigò alle Indie: l’Italia ebbe doppia cagione d’abbassamento dall’essersi ai traffici aperte altre vie da quelle di prima. In quello stesso 1492, il conquisto di Granata compieva l’unificazione della Spagna sgombrata dai Mori; ed era compiuta già quella di Francia. Nell’anno medesimo il pontificato di Alessandro VI inaugurava quei tristi tempi, di mezzo ai quali uscì la Riforma protestante che scisse l’Europa, e fu vendetta delle nazioni consumata col Sacco di Roma e con l’avvilire non che la potenza, ma il genio stesso e le tradizioni del nome latino.

Scarica gratis: Storia della repubblica di Firenze. Tomo terzo di Gino Capponi.