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(voce di SopraPensiero)Grazie ai volontari del Progetto Griffo è online (disponibile per il download gratuito) l’ePub La casa nel vicolo di Maria Messina.
La figlia di un contadino perseguitato dai debiti, viene data in sposa all’usuraio che aveva prestato dei soldi al padre. Quando chiede in sposa la giovane, la famiglia è grata e lei stessa si sente privilegiata. Quando la giovane sposa lascia la modesta casa in campagna per trasferirsi in città, chiede di poter portare con sè la sorella più piccola, in modo di avere un po’ di aiuto e compagnia per i primi tempi. La giovene sorella non lascerà mai più la casa del cognato […]
Dall’incipit del libro:
Nicolina cuciva sul balcone, affrettandosi a dar gli ultimi punti nella smorta luce del crepuscolo. La vista che offriva l’alto balcone era chiusa, quasi soffocata, fra il vicoletto, che a quell’ora pareva fondo e cupo come un pozzo vuoto, e la gran distesa di tetti rossicci e borraccini su cui gravava un cielo basso e scolorato. Nicolina cuciva in fretta, senza alzare gli occhi: sentiva, come se la respirasse con l’aria, la monotonia del limitato paesaggio. Senza volerlo, indugiava a pensare alla casa di Sant’Agata; rivedeva il balconcino di ferro arrugginito, spalancato sui campi, davanti al cielo libero che pareva mescolare le sue nubi col mare, lontano lontano.
Era quella, per Nicolina, l’ora più riposata, benché la più malinconica, della giornata. Tutte le faccende erano sbrigate. Nella casa, come nell’aria, come dentro l’anima, si faceva una sosta, un accorato silenzio. Allora pareva che i pensieri, i rimpianti, le speranze, si facessero innanzi circonfusi della stessa luce incerta che rischiarava il cielo. E nessuno interrompeva i vaghi, incompiuti soliloqui.
Antonietta era in camera, presso il lettino di Alessio che da sei giorni aveva la febbre. Il cognato, al solito, restava seduto presso la tavola, che Nicolina aveva sparecchiata.