(voce di SopraPensiero)

Grazie ai volontari del Progetto Griffo è online (disponibile per il download gratuito) l’ePub Il manuale di Epitteto (Enchiridion).

Tratto dalle lezioni che tenne presso la sua scuola nell’Epiro e redatto, insieme con i Colloqui, dal suo discepolo Arriano di Nicomedia, il Manuale di Epitteto contiene, in forma riassunta, il tema portante dei primi: la capacità che deve avere il filosofo è quella di saper discernere ciò che dipende da lui (l’intelligenza, la saggezza […]) da ciò che non dipende da lui (i malanni, la salute […]) per ottenere quel controllo di se stessi che dà indifferenza non, ad esempio, nei confronti della malattia, ma nei confronti dell’idea di malattia.

Dall’incipit del libro:

Le cose sono di due maniere; alcune in potere nostro, altre no. Sono in potere nostro l’opinione, il movimento dell’animo, l’appetizione, l’aversione, in breve tutte quelle cose che sono nostri propri atti. Non sono in poter nostro il corpo, gli averi, la riputazione, i magistrati, e in breve quelle cose che non sono nostri atti.
Le cose poste in nostro potere sono di natura libere, non possono essere impedite né attraversate. Quelle altre sono deboli, schiave, sottoposte a ricevere impedimento, e per ultimo sono cose altrui.
Ricòrdati adunque che se tu reputerai per libere quelle cose che sono di natura schiave, e per proprie quelle che sono altrui, t’interverrà di trovare quando un ostacolo, quando un altro, essere afflitto, turbato, dolerti degli uomini e degli Dei. Per lo contrario se tu non istimerai proprio tuo se non quello che è tuo veramente, e se terrai che sia d’altri quello che è veramente d’altri, nessuno mai ti potrà sforzare, nessuno impedire, tu non ti dorrai di niuno, non incolperai chicchessia, non avrai nessuno inimico, niuno ti nocerà, essendo che in effetto tu non riceverai nocumento veruno.
Ora se tu sei desideroso di pervenire a questo sì felice stato, sappi che a ciò si richiede sforzo e concitazione d’animo non mediocre, e che di certe delle cose di fuori tu déi lasciare il pensiero al tutto, di certe riservarlo per un altro tempo, e attendere alla cura di te medesimo sopra ogni cosa.