Grazie ai volontari del Progetto Griffo è online (disponibile per il download gratuito) l’ePub: Gli amori di Zelinda e Lindoro di Carlo Goldoni

Con Trilogia di Zelinda e Lindoro si fa riferimento a un ciclo di tre commedie di carattere in prosa (Gli amori di Zelinda e Lindoro, La gelosia di Lindoro e Le inquietudini di Zelinda) che il commediografo Carlo Goldoni compose nel 1764 per il Teatro San Luca di Venezia, dove furono rappresentate senza incontrare il favore del pubblico.

Si tratta della trasposizione in italiano di tre canovacci (scenari) di commedia dell’arte composti dal commediografo veneziano nel 1763 in francese e rappresentati con grande successo di pubblico e critica alla Comédie Italienne di Parigi: Les amours d’Arlequin et de Camille, La jalousie d’Arlequin e Les inquiétudes de Camille.

In questa storia in tre puntate, l’amore dei due giovani Zelinda e Lindoro viene minacciato prima dall’attenzione che Don Flaminio ha per Zelinda, poi, dopo il matrimonio, dalla gelosia di Lindoro e, infine, dal testamento del defunto Don Roberto che riaccende la gelosia dei due giovani. Secondo alcuni studiosi, nel ritmo della scrittura, che rimanda a Marivaux, già si respira un’aria preromantica, un’anticipazione del dramma borghese dell’Ottocento.

Nella Trilogia, Goldoni abbandona definitivamente la commedia lagrimosa per esplorare tutte le zone irrazionali dell’amore e per esaltare lo spessore psicologico dei personaggi: ” una poetica nuova che percorrerà il teatro dalle passionali evasioni romantiche alla lucida melanconia di Cechov”.

Note tratte da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Trilogia_di_Zelinda_e_Lindoro

Dall’incipit del libro:

Gli amori di Zelinda e LindoroCamera con un grande armadio nel fondo, due porte laterali aperte che poi si chiudono; ed un tavolino da una parte, ad uso di segretario, col bisogno da scrivere, e sedie.

Fabrizio solo.

Ah! Ci scommetterei la testa che Zelinda e Lindoro si amano segretamente. Li vedo troppo attaccati, e credo, se mal non ho inteso, si abbiano dato l’appuntamento di trovarsi qui insieme. Ecco la ragione, per cui costei mi disprezza, che altrimenti, se Lindoro è segretario, io son mastro di casa, e tutti due serviamo onorevolmente lo stesso padrone, ed ella, quantunque dia ad intendere di esser nata signora, è obbligata, come me, a nutrirsi di pane altrui, ed a servire da cameriera… Ma… Eccoli a questa volta. Vo’ chiudermi in quest’armadio, e scoprire, se posso, i segreti loro. Se ne vengo in chiaro, se si amano veramente, non son Fabrizio, se non mi vendico. (si chiude nell’armadio)

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