(voce di SopraPensiero)

Il Monferrato, che l’autore ben conosce, – Alliano Villalta è in realtà Camerano Casasco, località dei possedimenti della famiglia dell’autore – è preso ad emblema della civiltà contadina in trasformazione nel periodo che intercorre tra le due guerre.

Il marchese Cuordileone, licenziato per motivi di età dalla casa editrice milanese presso la quale lavora da anni, torna al paese dispensando fantasia creatrice e consolatrice, ottimismo e speranza anche all’incombere della guerra, dei bombardamenti, delle morti che colpiscono anche il piccolo paese. Il viaggio verso Napoli dell’ultimo capitolo risulta il compendio della vita di Cuodileone, il pensiero alla sua compagna morta, e il formicolare di paesi e moltitudini, verso le quali si mostra sempre lieto e coraggioso, saggio anche se l’esperienza lo porta alla delusione, verso chiunque, sapiente o ignorante, ricco o povero, uomo o donna.

Questa edizione elettronica ripropone la prima edizione del 1942 che fu rivista con la nuova edizione del 1945. Nel 1969 Virginia Galante Garrone curò un’edizione scolastica ridotta di questo romanzo da alcuni considerato tra i più belli del secolo scorso. Vittorio Croce ne ha curato nel 2008 una nuova edizione edita da un piccolo editore astigiano.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

La littorina, che va da Asti a Chivasso, correva furiosamente sulla via in trincea; di tanto in tanto, a un passaggio a livello, un contadino fermo nel campo con i buoi la guardava, sbattendo le ciglia. A tratti una stazioncina appariva, la carrozza fischiando rallentava, il capotreno, berretto sulla nuca e colletto sbottonato, correva verso il capostazione, che gli sventolava in faccia una bandierina rossa. Qualche viaggiatore, intanto, saliva e scendeva in silenzio; poi, la carrozza, cigolando da tutte le giunture, si rimetteva a correre furiosamente. A vederla di dietro, pareva che muovesse la coda.
Cominciava un pomeriggio di luglio soffocato e abbagliante, e un calore d’incendio, un odore d’arsiccio gravavano sulla campagna. Paesi calcinati, vigne bruciate dal verderame e ingiallite dalla polvere, campi mietuti, spaccati dal gran secco, apparivano e sparivano nell’aria immobile. Sulle strade deserte gli alberi non gettavano ancora ombra; qualche uccello, tornando al nido, provava a cantare, ma nessuno gli badava.
I contadini, quasi tutti di ritorno dal mercato di Asti, risentivano gli effetti del calore e della fatica. Le donne, specialmente, s’abbandonavano disfatte sulle panchette di velluto. Avevano tutte qualche cosa in grembo, bambino o canestro; il fardello scivolava giú, e le donne lo riprendevano a mezza strada, con un gesto macchinale.

Scarica gratis: Il mercante di sole di Angelo Gatti.