Ugo Santamaria
Masino era ormai un grand’uomo. Alto, un po’ sardonico, spigliato – anche troppo a parole – dove arrivava lo sentivano. Guadagnava molti soldi, divertendosi e senza nemmeno pensarci. È cosí che si fa.
Sapevamo che Perazzetti, dopo avere sposato quella donna dal cane, non tanto per ridere, quanto per guardarsi dal pericolo di prender moglie sul serio, s'era dato da un pezzo, per non so quale connessione, allo studio della filosofia.
Volgeva il giorno al tramonto, e Giacomo, seduto sul dinanzi del pigro carrettone, giugneva appena sotto le sbiancate rupi di Amaro; egli avrebbe voluto divorare la via, guardava al sole che già si nascondeva dietro Cavasso…
Tonio era un povero contadino che viveva in un paesello di montagna. Non aveva più nessuno al mondo. Da buon figliuolo aveva, col lavoro, assistito i suoi vecchi genitori; i quali erano morti in pace benedicendolo.
Esistono persone del tutto insignificanti, con nessuna delle caratteristiche che invoglino all’avventura, le quali tuttavia nel corso della loro vita tranquilla, attraversano talvolta un’esperienza tanto strana che il mondo trattiene il respiro.
Appena i zolfatari venivan sú dal fondo della «buca» col fiato ai denti e le ossa rotte dalla fatica, la prima cosa che cercavano con gli occhi era quel verde là della collina lontana, che chiudeva a ponente l'ampia vallata.
Vicino al piccolo paese che porta il nome di Millbank, e appunto nel sobborgo di quella grande capitale che è Londra, v’è una strada stretta chiamata Via della Chiesa, e una piazza, che si chiama Piazza Smith.
Cara Bice, tu non ricordi certamente quante volte dai tuoi occhi sgorgassero le lacrime. Io invece rammento come una mattina la lezione di musica ti riescisse più difficile che per il consueto.
Matilde cercò cogli occhi la Santina, entrando nella bottega della sarta. Indi le si mise accanto, e disse piano: — Sai? Poldo piglia moglie —.