Azione teatrale scrìtta in Vienna l’anno 1762 d’ordine degli augustissimi regnanti, e posta in musica dal Bonno per doversi rappresentare privatamente negl’interni appartamenti del palazzo cesareo delle Altezze Reali di cinque arciduchesse d’Austria; cioè le serenissime Maria Isabella di Borbone, prima consorte dell’arciduca Giuseppe (poi imperator de’ Romani) Marianna, Maria Cristina (poi duchessa di Saxen-Teschen) Maria Elisabetta e Maria Amalia (poi duchessa di Parma). Ma non ne permise la già disposta esecuzione l’inaspettata ultima infermità della duchessa Isabella di Borbone.

L’elevazione della illustre Atenaide al trono imperiale d’Oriente è l’azione del presente drammatico componimento, tratta dagli scritti della storia bizantina: e si rappresenta in un delizioso palazzo imperiale alle sponde del Bosforo tracio.

Dall’incipit del libro:

TEOD.
Marziano amante! E il crederò? Di Marte
Fra gli studi indurito, or per un volto
Quel tuo gran cor sospira,
E, nutrito agli allori, ai mirti aspira?
MARZ.
Sì, Augusto, amo Atenaide, e son superbo
De’ miei nobili affetti. È ingrato al Cielo,
Che di sì bella in lei
Chiara parte di sé la terra onora,
Chi conosce Atenaide e non l’adora.
TEOD.
(Pur troppo il so!)
MARZ.
Dove fin or si vide
In beltà sì divina
Più modesta dottrina,
Più amabile virtù? Chi seppe mai
Destar, com’ella desta in ogni petto,
Con l’amore il rispetto: e al par di lei
Sempre regger su l’orme
Di ragion conduttrice
Quanto fa, quanto pensa e quanto dice?

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