Libro per bambini, pubblicato per la prima volta nel 1908, e ripubblicato più volte, anche dopo la morte dell’autore, questo volume contiene le illustrazioni di Cesare Simonetti, anche esse nel pubblico dominio. L’ambientazione romagnola in quest’opera è meno caratterizzata che in altre opere del Beltramelli, perché narra di piccole storie del paese, che potrebbero verificarsi praticamente dovunque, in questa Italia di fine secolo ancora “campagnola” e distante dalla vita di città.

Nella letteratura per l’infanzia del periodo, in cui c’è un intero filone di avventure di ragazzini ribelli (si pensi al notissimo Gian Burrasca) ed altri con chiari intenti educativi e moralistici (dei quali il più famoso è Cuore), questo libro si colloca in una posizione intermedia, descrivendo la vita di un gruppo di bambini che vivono in campagna. Fra di loro, ve ne sono di ricchi, come Toti, il protagonista, il suo amico Ninì, e le ragazzine Dorry e Fauvette; e ve ne sono di meno agiati, come Rando e Celestina, oppure Carciofo e Anatroccolo; ma il più rispettato è Zulù, detto il figlio di una lupa, che vive da solo nel bosco. I coetanei passano le giornate assieme, accuditi dalla dolce Suor Lucia, che racconta favole, organizza le passeggiate al bosco dei Gioghi ed ai prati di Villanova, e intrattiene amorevolmente tutti i bimbi.

I ragazzini progettano viaggi avventurosi, fino alla Casa Lucente di cui parlano favole e proverbi del villaggio. Ma prima di realizzare la spedizione, c’è il compleanno di Toti, e poco dopo la piccola Allodola, una dolce bimba gracile giunta dalla città qualche anno prima, si ammala gravemente. Suor Lucia la cura con amore, ma senza poterla salvare: dopo pochi giorni Allodola muore.

Questo episodio segna la fine della fanciullezza dei bambini: i più ricchi, come Toti, apparentemente proseguono nelle loro spensierate vacanze, andando a Cattolica, mentre per gli altri ricomincia la dura vita dei contadini a cui la famiglia li obbliga anche nell’infanzia, ma con la morte di Allodola,

«le gaie farandole sono finite per sempre

Sinossi a cura di Gabriella Dodero

Dall’incipit del primo racconto Toti:

‒ Signorina, signorina, signorina! ‒
Balza in piedi sul letto, ed empie la grande stanza della sua chiamata mattutina.
Ha veduto penetrare dalle finestre socchiuse un raggio di luce, non ha più sonno, non può più dormire.
Una voce incerta, che giunge da un angolo buio della stanza, risponde con accento spiccatamente esotico:
‒ Toti, non star bene svegliare chi dorme! Io sono sonno ancora!
Un’altra risatella impertinente risponde all’esortazione della vecchia Miss; Toti è in piedi sul suo letticciuolo e non si rassegnerà a ricoricarsi. Il tempo è sereno, il primo sole lo chiama all’aperto.
Si soffrega gli occhi; trascorre una pausa.

Scarica gratis: Le gaie farandole di Antonio Beltramelli.