Dodici conferenze tenute a Firenze nel 1892 da Ernesto Masi, Giuseppe Giacosa, Guido Biagi, Isidoro Del Lungo, Guido Mazzoni, Enrico Nencioni, Pio Rajna, Felice Tocco, Diego Martelli, Vernon Lee, Enrico Panzacchi e Pompeo Molmenti.

Dall’incipit del libro:

Vi ricordate della tragedia di Vittorio Alfieri intitolata: La Congiura de’ Pazzi? Come opera d’arte non è gran che, lasciando stare anche l’alterazione quasi grottesca dei fatti storici, dei caratteri e persino dei nomi dei personaggi. Ma non si tratta ora di ciò. Voglio notare soltanto un fenomeno singolare, che parmi accaduto all’Alfieri nel trattar questo tema, ed è che mentre ha senza dubbio voluto travestire in Lorenzo e Giuliano de’ Medici due de’ suoi soliti Egisti e Creonti, due de’ suoi soliti tiranni, messi là a ricevere in pieno petto le contumelie del prim’uomo e della prima donna, non solo il carattere di Lorenzo gli è, suo malgrado, riuscito il più simpatico della tragedia, ma all’ultimo non sa più egli stesso, l’Alfieri, da che lato pende il torto maggiore; i motivi della sanguinosa catastrofe, da prima apparsigli così chiari e lampanti, si direbbe che gli si oscurano tutto ad un tratto; e per conclusione finale mette in bocca a Lorenzo queste ambigue parole:
…. E avverar sol può il tempo
Me non tiranno e traditor costoro!

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