(voce di SopraPensiero)
Pubblicati Al rombo del cannone, L’arte e La sorte di Federico De Roberto.
Dall’incipit del libro (Al rombo del cannone):
Il regno d’Italia è dunque in guerra ad oltranza contro l’impero d’Austria: dall’Adige all’Isonzo, dalle vette delle Prealpi tridentine agli anfratti del Carso il bombardamento imperversa, la battaglia infuria. Soldati italiani veleggiano per l’Adriatico, battaglioni di bersaglieri operano in Val Sabbia; i nomi di Gorizia, di Tolmino, di Malborghetto, di Monfalcone, di Plava, di Asiago, di Arsiero, della Val Sugana, della Vallarsa, della Valle Lagarina ricorrono nei bollettini quotidiani; Trento, Trieste, l’Istria, la Dalmazia sono oggetto della gran contesa. La Francia è col giovane Regno contro il decrepito Impero, che ha dalla sua i Prussiani e le altre genti tedesche; l’Inghilterra e la Russia […]. ahimè, l’Inghilterra e la Russia non sono – non erano con noi quando una guerra simile alla presente si combatteva tra il regno d’Italia avente per metropoli Milano e per vicerè il figlio di Giuseppina di Beauharnais, e l’Austria di Francesco II […]. Come oggi contro l’impero teutonico ed i suoi dipendenti, l’Europa si era allora collegata contro l’impero napoleonico ed i suoi satelliti; e il Regno Italico, trasformazione monarchica della Cisalpina, doppiamente odiato perciò, come opera iniziata dalla Rivoluzione francese e compita dall’uomo che aveva vòlto a proprio profitto quel cataclisma, non doveva, non poteva trovar grazia presso i futuri negoziatori di Vienna, preparatori della Santa Alleanza, restauratori della legittimità.