Grazie ai volontari dei Progetti Griffo e Manuzio è online (disponibile per il download gratuito) in vari formati: Viaggi straordinarissimi di Saturnino Farandola. Parte III (A traverso l’Africa). Le quattro regine di Albert Robida.

“Viaggi straordinarissimi di Saturnino Farandola” di Albert Robida. Parte IIIQuesti Viaggi straordinarissimi di Saturnino Farandola sono un racconto di avventure, di fantascienza, umoristico, avvincente per ragazze e ragazzi, ma non solo. Le doti di coraggio, audacia ma anche umanità e giustizia di Farandola e dei suoi amici ‘marinari’ pervadono il libro, che, seguendo le loro mirabolanti vicissitudini, porta in luoghi esotici, fa conoscere straordinarie costumanze, mostra donne forti e decise che affrontano rischi senza preoccupazione alcuna. Ma sono raccontate anche avventure extraterresti, battaglie e duelli con le armi più stravaganti, viaggi impensabili con mezzi i più incredibili e strampalati.

Questa parte, sempre composta da dieci capitoli, è un’esplosione di peripezie nel continente africano. L’elemento cardine qui sono le donne, ben presenti peraltro in tutta l’opera. Di tutte le parti in cui è composto l’intero romanzo, questa è l’unica in cui Farandola è quasi da solo ad affrontare gli imprevisti che derivano dalla sua spasmodica ansia di avventure e inesauribile sete di conoscenza.

Le vicissitudini in America e in particolare lo scontro con uno dei personaggi più famosi di Verne hanno provocato in lui una indicibile misantropia. Farandola vuole fuggire gli uomini e parte quindi su un battello corazzato di sua invenzione, il Solitario, per esplorare, novello Livigstone, novello Stanley, i fiumi che scorrono nel cuore dell’Africa. Egli è ormai famosissimo e le sue vicende sono raccontate da tutti i giornali. Una relazione di Eusebietto di san Gommier alla Società Geografica di Parigi, che denuncia la sua inconsolabile scomparsa … nello stomaco di ingordi cannibali, getta nella costernazione generale il mondo intero. Ma…

In ogni pagina traspare l’amore e il rispetto per gli animali e per la natura di Robida, la stima profonda per le capacità (e naturalmente per l’avvenenza) femminili, la fede in un diverso assetto sociale più vicino alle origini e al contrario la diffidenza e il disprezzo verso una società occidentale conformista e perbenista.

Questa è anche l’unica parte del romanzo in cui Robida introduce un inserto decisamente fantascientifico, a seguito del rapimento di Farandola e compagni da parte di una ‘cometa incognita’ che, attraverso un viaggio attraverso gli ‘spazi intermediarî’, li conduce fino a Saturno!

I Viaggi strordinarissimi, sappiamo, furono seguiti poi da una serie di romanzi di fantascienza fantasiosi e riccamente illustrati: Le Vingtième Siècle (1882), La Vie électrique (1883), La Guerre au vingtième siècle (1887), L’Horloge des siècles (1902), e L’Ingénieur Von Satanas (1919).
L’originale francese è consultabile nel sito Gallica, biblioteca digitale creata dalla Bibliothèque nationale de France – https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k1019478.r=Farandoul?rk=21459;2

Sinossi a cura di Claudia Pantanetti, Libera Biblioteca PG Terzi

Dall’incipit del libro:

Gondokoro, 26 ottobre.
Al signor presidente della Società Geografica di Parigi, baluardo San Germano:

« Signor presidente,

« Avrete certo veduto da’ miei ultimi rapporti, che incominciavo a disperare di ritrovar le tracce di Saturnino Farandola, perduto nel cuore dell’Africa. Tutti i miei sforzi, tutte le mie fatiche, tutto era stato inutile; nessun indizio del passaggio del celebre viaggiatore aveva potuto esser trovato nelle contrade che avvicinano l’Albert-Nianza.
« Vi ho lungamente spiegato in qual modo avevo potuto seguirlo fin là. Il battello di ferro costruito per lui nelle officine d’Indret trasportato segretamente a Marsiglia, e imbarcato per Alessandria era stato messo in acqua al Cairo. Alla prima cateratta del Nilo, ho trovato i nubiani che l’avevano portato sulle loro spalle; alla seconda ho fatto un simile incontro; più lungi era stato veduto da intiere carovane, ecc., ecc.
« È soltanto a Kartum che le vere difficoltà cominciarono.
« A partire di là niun indizio, niuna traccia; da dieci mesi esploravo inutilmente il Yambokalfa, il Bertat, il Deuka, il paese dei Makarakas, i laghi Albert-Nianza e Vittoria Nianza. Nessuno l’aveva veduto. Era perito in una delle numerose rapidissime correnti del fiume africano? Era stato massacrato da qualche incognita tribù? Tutte le supposizioni erano permesse:
« Malgrado i pericoli dell’impresa, malgrado le guerre feroci, che desolano, queste contrade, stavo per dirigermi verso il lago Tanganyka per continuare le mie ricerche, quando una terribile e sciaguratamente troppo vera e certa notizia, venne ohimè, a colpirmi a Gondokoro:
« Farandola è stato mangiato dai Niams-Niams!!!
« Il dubbio, non è oramai più possibile. Ecco in qual modo la notizia ci è pervenuta: Di una carovana, che giungeva ieri dalle rive dell’Albert-Nianza, alla quale diressi, senza alcuna speranza qualche domanda, facevano parte dei negri, i quali, alla descrizione che feci di Farandola proruppero in esclamazioni. Uno di questi negri, grande e vigoroso Niam-Niam, si stropicciò allegramente la pancia, facendo battere le sue mascelle.
« – L’hai veduto? – gli domandai per mezzo dell’interprete.
« – Ne ho mangiato! – rispose ripetendo la sua pantomima. – Era un uomo buono, buonissimo!

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