Pubblicato Versi raccolti e ordinati di Severino Ferrari.
Dall’incipit del libro:
Fabbri vid’io con badïal tanaglia
spinger l’opera greggia sulla incude,
incandescente massa, indi con nude
braccia sudarvi a torno aspra battaglia:
ma non v’è colpo che a scindere vaglia
la metallica forza, che in sé rude
gode dell’urto e affina sua virtude:
questo mi piace e questo mi si attaglia!
Perch’io, son anni, spinsi il rozzo ingegno
all’avvenir! mi fu il bisogno maglio
e incude l’onestà; né già mi duole:
ch’or veggo (e meraviglio) in buon disegno
uscirne un ferro e acquistar tempra e taglio
che ride come un bel raggio di sole.