Mentre Donald Trump gioca a poker con i dazi e la NATO, Emmanuel Macron sussurra dolci parole alla diplomazia transatlantica. La domanda sorge spontanea: quali numeri della Smorfia napoletana possono illuminare le trame di questa danza politica? E, giacché siamo in vena di analogie ardite, quale posizione del Kamasutra meglio rappresenta gli ultimi eventi?
Il 90 e la paura del futuro Il buon vecchio Trump, con il suo approccio da cowboy della finanza internazionale, evoca il 90, la paura, che aleggia tra i partner NATO. “Pagate o niente difesa”, tuona dal suo ranch dorato, trasformando l’Alleanza in un gigantesco bazar dove ogni Stato deve comprare la propria sicurezza. Macron, dal canto suo, cerca di rassicurare gli alleati: “La Francia c’è sempre stata”. Certo, come un amico che si ricorda di te quando hai il portafoglio gonfio.
Il 13 e il tradimento Se il destino della NATO fosse un film di spionaggio, Trump interpreterebbe l’agente doppio che mette tutto in discussione. La sua minaccia di non difendere gli alleati rievoca il 13, il tradimento, che si aggira nei corridoi di Bruxelles come un amante trascurato. Macron risponde con la compostezza di chi ha studiato retorica a Versailles, citando La Fayette e l’amicizia storica con gli USA. Ma chi si fida più di Trump, dopo che ha detto “prima l’America” con la stessa convinzione con cui un napoletano direbbe “prima il caffè”?
Il 47 e il morto che parla Nel gioco cabalistico della politica internazionale, l’articolo 5 della NATO è come il 47, il morto che parla: sempre evocato, mai veramente testato. Dopo l’11 settembre 2001, la NATO rispose compatta, ma oggi il rischio è che, alla prima scintilla, le promesse di mutuo soccorso restino lettera morta. Trump, infatti, lo tratta come un vecchio contratto di telefonia mobile: vuoi assistenza? Aumenta il budget militare.
Geopolitica in posizione acrobatica Se dovessimo scegliere una posizione del Kamasutra per rappresentare il rapporto USA-NATO, sarebbe senza dubbio il Ponte Tibetano: due partner che cercano di sostenersi, ma con il rischio imminente di cadere nel vuoto. Trump spinge per meno impegno e più soldi, mentre gli europei tentano di tenere in piedi l’equilibrio senza rimanere schiacciati dalla logica dei dollari.
Il 77 e i diavoli della globalizzazione Infine, la vera radice di tutto questo caos sta nella deindustrializzazione e nella globalizzazione sfrenata, che evocano il 77, i diavoli che confondono le carte in tavola. Trump agita la bandiera della reindustrializzazione americana come un predicatore in fiera, ma la realtà è che il commercio globale si regge su catene di valore complesse.
In conclusione, tra cabala e Kamasutra, l’asse USA-Europa si dimena tra posizioni scomode e numeri inquietanti. Se questa danza politica fosse una schedina del Lotto, la combinazione vincente sarebbe: 13, 47, 77, 90. Buona fortuna, Europa, ne avrai bisogno!