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Cari amici, ci siamo. Arriva il terremoto e si affollano le bacheche Facebook, quando va bene di inutili quanto ipocriti post di solidarietà, quando va male, e questo succede praticamente sempre, di altrettanto inutili ma ben più pericolose correlazioni, false quanto fantasiose. Pericolose perché tendono a parlare alla pancia della gente, risvegliando il loro odio e il loro cripto, neanche tanto, razzismo.
E così ieri sera, primo giorno dopo il terremoto, nello stesso momento in cui migliaia di persone scavavano nelle macerie, per tentare quantomeno di tirar su quei dispersi che ora dopo ora è sempre più improbabile trovare vivi, si scatenano gli irriducibili ricercatori del “nemico”, anche questa volta, chissà perché, il migrante. E così, alcune persone, lamentando il fatto che gli sfollati del terremoto vivano nelle tende, non trovano niente di meglio da dire che “Ma gli immigrati vivono nelle case, ci costano 35 euro al giorno” e altre amenità, che elencare tutte sarebbe lungo quanto noioso. A parte che a guardare i loro post mi viene in mente la famosa scena della “Vita è bella”, dove Dora, la non dimenticata Nicoletta Braschi, deve risolvere un problema di matematica un po’ sui generis, posto dalla direttrice della scuola elementare, ma cosa dire, a questi paladini del popolo italiano, naturalmente tutti di pura razza ariana, e ci mancherebbe altro?
Nulla, rimane solo un atroce sospetto, che la Storia, nostro malgrado, non ci abbia insegnato assolutamente nulla.
Tanto più che, meraviglia delle meraviglie, ben venti richiedenti asilo aiutano gli italiani nelle operazioni di scavo, per salvare, neanche a dirlo, degli italiani. Che dire vi auguro di usare meno la pancia per riflettere, non è con quella che si pensa, ma col cervello…
La foto: Centro di raccolta di beni di prima necessità per il terremoto di Amatrice istituito dal comune di Rieti al PalaCordoni. Foto di Alessandro Antonelli, https://commons.wikimedia.org/wiki/User:Una_giornata…