Pubblicata a Genova nel 1933, questa raccolta di poesie sarebbe dovuta uscire nel 1931 e ne stava curando la pubblicazione Umberto Fracchia che morì, nel dicembre 1930, prima di poter portare a termine questo lavoro. Il numero dei componimenti fu notevolmente ridotto. La dedica è indirizzata a Enrica Tagliacozzo Levi, che ritroviamo come personaggio – la soave poetessa Enrica – nel romanzo autobiografico Tutti i giorni. Anche Fracchia lo si incontra nel medesimo romanzo nei panni del “maestro che si ritirava a lavorare in una villa isolata e silenziosa” nei dintorni di Sestri Levante. A presentazione di questa raccolta di poesie riportiamo la lettera che Salvatore Quasimodo inviò a Descalzo il 27 aprile 1933:
“Carissimo Descalzo, perdona se non ho potuto ringraziarti subito del dono di Risacca; ma sono stato in giro per diversi mesi anche per cause non dipendenti dalla mia volontà. Ora, come vedi, sono a Cagliari, e non proprio sereno. Tu sai come io stimi la tua poesia e non è il caso che ti ripeta delle lodi che potrebbero sembrare convenzionali. Mi pare che tu abbia sacrificato parecchio in quel volumetto, almeno da quel che ricordo del dattiloscritto che Grande aveva tempo fa a casa sua. Ma forse è meglio così; e pubblicare delle cose vecchie è sempre un atto di coraggio e di liberazione. Saluti affettuosi dal tuo Quasimodo”.
In queste poesie troviamo l’amore per il mare, che Descalzo conosceva bene per aver navigato con i pescatori dei “leudi” di Sestri Levante fin da ragazzo e poi più adulto come marinaio. Troviamo quindi le emozioni del navigare e l’asprezza della vita dura e difficile dei pescatori. Temi che si ritroveranno nei racconti marinareschi nelle raccolte Sotto Coperta e Scogliere.
Sinossi a cura di Paolo Alberti
Dall’incipit della prima poesia Amarezza:
Arso dalla mia sete e dall’arsura
che è in me fissa allo spirito e alla carne:
mare, ti dissi, spegnila!
e curvo bevvi, ed il tormento crebbe.
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