Feste romane è un poema sinfonico, del 1928, di Ottorino Respighi e descrive momenti dell’antica Roma ambientati fin dal tempo imperiale. Viene considerato una parte della trilogia romana, assieme a I pini di Roma e Le fontane di Roma, poemi sinfonici incentrati sulla città di Roma. Questo lavoro è il più lungo e tecnicamente il più esigente, ed è per questo anche il meno conosciuto della trilogia, quindi è meno spesso programmato dalle orchestre rispetto agli altri due.

Il primo movimento, che rievoca gli spettacoli cruenti nella Roma imperiale, presenta inizialmente il tema di uno spettacolo in un’arena in cui un gladiatore combatte fino alla morte, simboleggiato dallo squillo di una fanfara di buccine. Archi e fiati successivamente suggeriscono il canto piano dei martiri cristiani mandati a morire nell’arena del Circo Massimo. Il movimento si conclude con violenti accordi orchestrali, completo di pedale d’organo, a rappresentare il soccombere dei martiri, massacrati da belve feroci.

Il seguente movimento rappresenta il Giubileo, la festa del cattolicesimo che raduna credenti di tutto il mondo ogni venticinque anni. L’avvicinamento dei pellegrini a Roma è catturato dalla visione mozzafiato del panorama da Monte Mario e con il sottofondo delle campane.

Il terzo movimento rappresenta la festa dell’Ottobrata nelle campagne presso Roma. L’assolo di corno francese celebra il raccolto e le battute di caccia mentre in sottofondo un suono di campane delinea serenate d’amore.

Il movimento finale è la celebrazione della Befana in Piazza Navona. Un suono nuovo e diverso di trombe crea un clamore di canzoni romane e danze, tra cui si muove un festaiolo ubriaco raffigurato da un trombone tenore solista.

Note tratte e riassunte da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Feste_romane_(Respighi)

Scarica gratis: Feste romane, poema sinfonico per orchestra, P 157 di Ottorino Respighi. Arturo Toscanini conduce la NBC Symphony Orchestra in una esecuzione del 1949.