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Pubblicato Racconti galliziani di Leopold von Sacher-Masoch.
Dall’incipit del libro:
Quando d’oltremonte, per via di gazzette o di riviste, ci giunge l’eco del rumore sollevato da un’opera di fantasia, e vediamo la critica esercitare severamente i suoi imprescrittibili diritti, levando a cielo o sotterrando l’opera stessa; ci nasce subito la vaghezza di conoscerla quest’opera e di giudicarla con la nostra mente.
E se il giudizio è favorevole e corrisponde l’opera d’arte al chiasso che ha suscitato; noi sentiamo allora un altro bisogno, ch’è quello di renderla popolare, di farla conoscere a quanti possano trarne piacere o vantaggio, di centuplicare, per così dire, la nostra impressione, col farla riprodurre nella mente di cento, di mille altri lettori. E la causa di questo nuovo bisogno può derivare dall’importanza letteraria e storica dell’opera stessa. Allora infatti noi crediamo che la nozione o conoscenza di essa valga ad accrescere il patrimonio o il tesoro delle umane lettere, serva, almeno, a serbarci delle speranze o a mostrarci una speranza avverata; abbia insomma una importanza, come documento, nella storia del cuore umano e nell’arte di narrarla. E tanto più vivo sentiamo quel bisogno quanto è maggiore l’indifferenza del pubblico e la turba dei mediocri, perché vorremmo così scuotere l’una, ammaestrare gli altri, producendo al fin dei fini un po’ di bene. Così l’opera, nata fuori della patria nostra, diventa acclimatata, per così dire, diventa paesana; e se corrisponde al gusto del tempo, alle tendenze del secolo, prende voga, e la si vede correre di persona a persona, di famiglia a famiglia, sinchè non ne giunga un’altra che a sua volta ne pigli il posto, senza però farla dimenticare.