Un bilancio positivo, con sold out e attenzione alle tematiche ambientali. A settembre Marco Paolini e il suo nuovo Bestiario idrico

Elio Germano in scena  con Il sogno di una cosa, da Pier Paolo Pasolini, insieme al musicista Teho Teardo.  Ascanio Celestini con Rumba, ispirato alla storia di San Francesco. Marco Paolini in anteprima col suo nuovo Bestiario idrico in scena il prossimo 15 settembre.

Sono solo alcuni dei protagonisti della 45esima edizione di Operaestate Festival, tuttora in svolgimento a Bassano del Grappa e paesi della pedemontana veneta, rassegna multidisciplianre di teatro, musica, danza e circo contemporaneo con oltre 100 spettacoli e centinaia di artisti provenienti da 14 Paesi.

La direzione artistica è affidata a Michele Mele e Rosa Scapin ai quali è dedicata l’intervista, per conoscere più da vicino questa  rassegna caratterizzata da multidisciplinarietà, esperienza immersiva in contesti di interesse naturalistico  e grande attenzione alle tematiche ambientali.

La caratteristica di Opera Estate Festival è quella di offrire al pubblico una dimensione altamente immersiva grazie alla bellezza e alla suggestione dei siti naturalistici in cui buona parte degli spettacoli si svolge. Il teatro sta secondo voi riconfigurando un diverso rapporto con  lo spazio performativo, uscendo per così’ dire, dai luoghi chiusi e più tradizionali?

M. Mele e R. Scapin: “Operaestate Festival da molti anni coltiva questa modalità di rapporto immersivo ed esperienziale con gli spazi dove s’ambientano gli spettacoli: paesaggi, parchi storici, ville, castelli, musei, luoghi d’arte. Una modalità che ha l’ambizione di esplorare e attivare nuove forme di valorizzazione del territorio e del suo patrimonio ambientale, storico, artistico, con una fruizione consapevole sia da parte dei visitatori che delle comunità residenti, contribuendo verso queste ultime a sviluppare senso di appartenenza e identità.

Anche con nuove commissioni e processi creativi originali che coinvolgono le stesse comunità. Non da ultimo infine, l’ambientazione di molti spettacoli in spazi non teatrali e in orario non serale, risponde anche all’impegno del festival verso la sostenibilità dei suoi progetti mirando, oltre che alla conoscenza e valorizzazione dei luoghi, anche all’abitarli generando il minor impatto ambientale possibile con allestimenti sostenibili e non invasivi”.

Come reagisce il pubblico e che tipo di pubblico attrae questo nuova frontiera del teatro sempre più proiettata verso la multidisciplinarietà e la sperimentazione di linguaggi innovativi e tecnologici e verso luoghi di interesse naturalistico?

M. Mele e R. Scapin: “Il pubblico reagisce molto bene, quest’anno in particolare abbiamo registrato molti sold out e, oltre all’aspetto quantitativo, stiamo monitorando con un apposito sondaggio proprio il gradimento anche delle ambientazioni e della valorizzazione dei luoghi abitati. E dai primi report registrati l’apprezzamento è una costante presso tutti i pubblici raggiunti e interpellati.

Da rilevare però anche l’attitudine e la richiesta registrata presso il pubblico più giovane di altre modalità di partecipazione che prescindono dall’ambientazione degli spettacoli e invece mettono in discussione proprio la frontalità  della fruizione a favore di un rapporto artista/pubblico più orizzontale. Un pubblico nuovo, che percepiamo anche recalcitrante a identificarsi con un genere determinato. L’offerta multidisciplinare del festival va proprio in questa direzione, anche con la proposta di creazioni che sono molto spesso intrinsecamente multidisciplinari valorizzando al loro stesso interno e con lo stesso peso, i diversi linguaggi performativi e della musica”.

Marco Paolini in Bestiario idrico – foto dal web

Tra gli eventi di agosto, per il teatro, spiccano l’omaggio a San Francesco di Ascanio Celestini, mentre Andrea Pennacchi con Alieni, parlerà insieme al naturalista Bessi dell’impatto delle specie aliene sulle biodiversità. A settembre poi Marco Paolini col Bestiario Idrico. L’attenzione alla questione ambientale come viene recepita dal pubblico?

M. Mele e R. Scapin:”I primi di due spettacoli, quelli di Ascanio Celestini e di Andrea Pennacchi hanno registrato un gradimento eccezionale, e sarà senz’altro lo stesso con Marco Paolini. Come già sottolineato, l’attenzione alla sostenibilità, e non solo ambientale, ma anche sociale ed economica, è fondamentale per il nostro festival, dal 2022 abbiamo ottenuto anche la certificazione di Ecoevents e cerchiamo costantemente di perseguire le pratiche più virtuose per migliorare il nostro impegno in questo ambito.

Seguiti e premiati dal pubblico  e in totale condivisione anche con gli artisti le cui creazioni, come è evidente anche nel nostro programma 2025, sempre più considerano, approfondiscono, e propongono i temi della sostenibilità ai nostri spettatori”.

Siamo a metà del festival. Cosa caratterizza questa 45esima edizione? Quali aspetti si sono rivelati vincenti ed efficaci e su cosa si può ancora migliorare?

M. Mele e R. Scapin: “Questa edizione apre un nuovo triennio progettuale che si sta sviluppando a partire da un lavoro attento di valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale, dallo sviluppo di progetti di inclusione e capaci di generare benessere, e dalla promozione di ricerca e innovazione.

Finora possiamo dire che vincente è stata una programmazione varia e bilanciata tra generi che ha coinvolto pubblici molto diversi, riuscendo però anche a contaminarli e coinvolgerli verso linguaggi meno frequentati. Per i miglioramenti, sempre necessari, attendiamo di terminare questa edizione (ne abbiamo fino a metà settembre!) per poterci consentire una valutazione più completa”.

Quali sono i vostri progetti futuri sia riguardo la prossima edizione del Festival sia su altri eventi?

M. Mele e R. Scapin:”Per la prossima edizione del Festival ci stiamo concentrando su due scene europee che osserviamo con curiosità da molto tempo e con le quali abbiamo attivato già delle collaborazioni: la Svizzera e la Lituania. Oltre al Festival nel 2026 abbiamo già in programma un fitto programma di Residenze sia di artisti nazionali che internazionali che abiteranno gli spazi dedicati a Bassano nel corso di tutto l’anno.

Infine, ma non da ultimo, l’impegno costante verso Dance Well, la pratica di danza inclusiva rivolta a persone con Parkinson ma aperta a tutti che si svolge a Bassano dal 2013 e che due volte alla settimana, per tutto l’anno, coinvolge la comunità. Un impegno rivolto anche al consolidamento della Rete Italiana di Dance Well, insieme a tutti i partner che condividono la pratica in altre 15 città italiane”.

Intervista a cura di Anna Cavallo

Cover: Ascanio Celestini in Rumba – photocredit Pasqualini

Per info: https://www.operaestate.it/it/festival/programma