Grazie ai volontari del Progetto Griffo è online (disponibile per il download gratuito) l’ePub Il Trecentonovelle di Franco Sacchetti.

L’opera (che viene conservata nel manoscritto del Codice Magliabechiano VI, 112 nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e nel Codice Laurenziano XLII, 12), piuttosto danneggiata, fu data alle stampe da Antonio Maria Biscioni a cura di Giovanni Gaetano Bottari nel 1724.

La raccolta, che con tutta probabilità fu ideata dal Sacchetti durante il suo incarico di priore nel 1385 a Bibbiena e redatta agli inizi del 1392 durante il podestariato di San Miniato per essere sviluppata in differenti fasi tra il 1393 e la sua morte, comprende, così come è stata conservata, duecentoventidue novelle incluse quelle incomplete.

La raccolta si apre con un Proemio nel quale l’autore dichiara di volere, secondo il modello del Boccaccio, raccogliere tutte le novelle dalle antiche alle moderne oltre ad alcune in cui egli stesso fu protagonista.

Le novelle, quasi tutte di ambientazione fiorentina, trattano del potere del signore o del comune di Firenze, del tema della burla e raccontano le avventure di giullari di professione o di burlatori d’occasione. Alcune sono dedicate ad illustri personaggi dell’epoca, come Bernabò Visconti, Guglielmo di Castelbarco, Martino della Scala, Ludovico Gonzaga e un intero ciclo al giullare Dolcibene.

Quasi tutte le novelle riportano in conclusione la cosiddetta moralisatio, dove l’autore rimprovera l’avarizia e l’ipocrisia, condanna il clero e i magistrati corrotti e le donne piene di vanità per mettere in risalto l’onestà, l’intelligenza e l’umorismo.

Il testo, che è costruito sul tipo dell’exemplum, si rifà al Decamerone ma anche dalla tradizione orale del popolo ed è scritto in una lingua che risente di dialettismi, parole del gergo, modi della lingua parlata e con notevoli libertà di carattere sintattico.

La raccolta del Sacchetti costituisce una buona fonte storica anche per ciò che concerne le scienze sociali: difatti l’autore, attraverso uno spaccato della società bassomedievale, ci fornisce una serie di elementi che è impossibile scindere per analizzare gli usi e i costumi dell’epoca. Gli aspetti fisiologici, economici, sociali, religiosi e psicologici sono correlati fra loro e tutti forieri di un’interpretazione che va oltre la “storiella burlesca” e che cela profondi significati culturali e simbolici.

Note biografiche tratte e riassunte da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Il_Trecentonovelle

Dall’incipit del libro:

"Il Trecentonovelle" di Franco SacchettiConsiderando al presente tempo e alla condizione dell’umana vita, la quale con pestilenziose infirmità e con oscure morti è spesso vicitata; e veggendo quante rovine con quante guerre civili e campestre in essa dimorano; e pensando quanti populi e famiglie per questo son venute in povero e infelice stato e con quanto amaro sudore conviene che comportino la miseria, là dove sentono la lor vita esser trascorsa; e ancora immaginando come la gente è vaga di udire cose nuove, e spezialmente di quelle letture che sono agevoli a intendere, e massimamente quando danno conforto, per lo quale tra molti dolori si mescolino alcune risa; e riguardando in fine allo eccellente poeta fiorentino messer Giovanni Boccacci, il quale descrivendo il libro delle Cento Novelle per una materiale cosa, quanto al nobile suo ingegno… quello è divulgato e richie… che infino in Francia e in Inghilterra l’hanno ridotto alla loro lingua, e grand…so; io Franco Sacchetti fiorentino, come uomo discolo e grosso, mi proposi di scrivere la presente opera e raccogliere tutte quelle novelle, le quali, e antiche e moderne, di diverse maniere sono state per li tempi, e alcune ancora che io vidi e fui presente, e certe di quelle che a me medesimo sono intervenute. E non è da maravigliare se la maggior parte delle dette novelle sono fiorentine… che a quelle sono stato prossima… e se non al fatto piú presso a la… e perché in esse si tratterà di… condizioni di genti, come di… marchesi e conti e cavalieri, e di… grandi e piccoli, e cosí di grandi donne, mezzane e minori, e d’ogni altra generazione; nientedimeno nelle magnifiche e virtuose opere seranno specificati i nomi di quelli tali; nelle misere e vituperose, dove elle toccassino in uomini di grande affare o stato, per lo migliore li nomi loro si taceranno; pigliando esempio dal vulgare poeta fiorentino Dante, che quando avea a trattare di virtú e di lode altrui, parlava egli, e quando avea a dire e’ vizii e biasimare altrui, lo faceva dire alli spiriti.