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(voce di SopraPensiero)
Grazie ai volontari del Progetto Griffo è online (disponibile per il download gratuito) l’ePub Il sangue d’Europa: 1939-1943 di Giaime Pintor.
Brevi saggi e lettere scritti fra il 1939 e il 1943, fra cui l’ultima lettera che scrisse al giovane fratello Luigi, quasi un testamento politico e intellettuale. Pochi giorni dopo morì a causa dell’esplosione di una mina durante un’azione in favore della Resistenza.
«In realtà la guerra, ultima fase del fascismo trionfante, ha agito su di noi piú profondamente di quanto risulti a prima vista. La guerra ha distolto materialmente gli uomini dalle loro abitudini, li ha costretti a prendere atto con le mani e con gli occhi dei pericoli che minacciano i presupposti di ogni vita individuale, li ha persuasi che non c’è possibilità di salvezza nella neutralità e nell’isolamento. Nei piú deboli questa violenza ha agito come una rottura degli schemi esteriori in cui vivevano: sarà la «generazione perduta», che ha visto infrante le proprie «carriere»; nei piú forti ha portato una massa di materiali grezzi, di nuovi dati su cui crescerà la nuova esperienza. Senza la guerra io sarei rimasto un intellettuale con interessi prevalentemente letterari: avrei discusso i problemi dell’ordine politico, ma soprattutto avrei cercato nella storia dell’uomo solo le ragioni di un profondo interesse, e l’incontro con una ragazza o un impulso qualunque alla fantasia avrebbero contato per me piú di ogni partito o dottrina.»
Dall’incipit del libro:
Podbielski esplora, con quel timido amore che guidò prima di lui Rilke e Alain-Fournier, l’anima giovanile. E al suo sguardo, come a quello dei maestri, si offrono paesaggi autunnali: i paesaggi ricchi d’ombre su cui autore e figure si confondono insensibilmente. Ma in questa uniformità di orizzonti è il segno di un’attitudine genuina piú che di una scuola, nell’incapacità a separare il disegno dal gesto è l’impronta di nature costrette a un esclusivo lirismo.
Podbielski ignora la catarsi perché ignora il dramma.
Fra Klaus e Dedalus, ritratti di giovani artisti, ogni somiglianza è esclusa. Dove Joyce dispone vigorosi contrasti o si rifugia nell’ironia e cosí drammatizza, Podbielski contamina, traduce sempre in un invariato lamento. Perenne contaminazione, viva e umana nell’adeguarsi della storia interiore del protagonista alla vita esterna nei suoi quotidiani eventi. Alain-Fournier aveva scoperto per l’anima giovanile quel «domaine inconnu» che è il suo intatto regno.
Ma l’inquieta anima del ragazzo di Podbielski non ha un suo regno. Klaus cade in città da semplici consuetudini di villaggio e il suo destino è sommerso nel turbine dei destini altrui. Sono pochi giorni di esperienze. Il ragazzo ha assistito per caso a un’opera teatrale in cui crede di vedere rappresentati i propri dubbi e le proprie ansietà, il dramma di chi teme di non poter affrontare la vita senza una guida. Scrive all’autore, Hesber, che lo riceve benevolmente, esperto di queste angosce giovanili, ma sa che non potrà aiutarlo.
Scarica gratis l’ePub: Il sangue d’Europa: 1939-1943 di Giaime Pintor.