Grazie ai volontari del Progetto Griffo è online (disponibile per il download gratuito) l’ePub: Il 20. secolo. La conquista delle regioni aeree di Albert Robida.

Sono trascorsi pochi anni dalla pubblicazione dei Voyages très extraordinaires de Saturnin Farandoul (1879 – Le avventure straordinarissime di Saturnino Farandola) e Robida, straordinario disegnatore e visionario scrittore di una neonata fantascienza, pubblica una trilogia che cerca di illustrare in modo ironico e fantastico quale potrebbe essere il futuro prossimo, il 20. secolo. Vedono le stampe quindi Le Vingtième Siècle (1884), La Guerre au vingtième siècle (1887) e Le Vingtième Siècle. La vie électrique (1890). In questi romanzi ancora una volta Robida si mette ed è messo a confronto con Jules Verne.

La profonda differenza con il più noto autore francese è senza dubbio che, mentre nelle opere di Verne, le creazioni scientifiche/fantascientifiche sono frutto della mente geniale e sognatrice di uno scienziato a volte un po’ matto, in Robida abbiamo sempre di fronte invenzioni legate alla vita di tutti i giorni, spesso mezzi geniali per rendere la vita più facile e interessante. Questo aspetto è molto evidente in questo 20. secolo, in realtà più di quanto già non fosse in Saturnino Farandola. Robida nello scovare, raccontare e disegnare le sue ‘trovate’, al contrario di Verne, si pone soprattutto nell’ottica di considerare l’impatto che esse possano avere nella vita di tutti i giorni.

Il primo volume della trilogia, quello qui presentato, Il 20. secolo. La conquista delle regioni aeree, è illuminante da questo punto di vista. Ambientato in una manciata di mesi a partire dall’estate del 1952, neanche una settantina di anni dopo la pubblicazione, racconta una situazione a tratti completamente avveniristica anche rispetto ai nostri giorni. Se da una parte la ‘conquista delle regioni aeree’, con un proliferare di mezzi di trasporto anche locale dei più fantasiosi modelli, che toglie traffico alle città e sconvolge l’edilizia abitativa, è veramente una realtà assolutamente lontana dalle nostre prospettive – piuttosto ricorda un Metropolis di Fritz Lang (1927) o un Blade runner di Ridley Scott (1982) -, dall’altra Robida immagina mezzi di comunicazione che sono veramente lo specchio di tutto ciò che abbiamo intorno: dai quotidiani online agli spettacoli in streaming in contemporanea in tutto il mondo, dai rapporti personali gestiti attraverso piattaforme ‘digitali’ ai sistemi di consegna dei pranzi a casa, anche se non tramite ‘rider’.

Anche qui, come in Saturnino, il ruolo della donna è particolarmente sottolineato. Le tre ragazze appena tornate dal collegio, dalle quali il libro prende le mosse, devono assolutamente entrare nel mondo del lavoro e la gamma di professioni che si apre loro davanti è infinita: la carriera forense, il mondo dell’economia, la politica, le belle lettere, il giornalismo… Sono donne emancipate che stanno esattamente, liberamente ed egregiamente sullo stesso gradino dei loro compagni maschi.

Di fatto Il 20. secolo. La conquista delle regioni aeree non è propriamente un romanzo; la trama è esile e serve soltanto a sostenere il racconto di tutte le meravigliose novità che attendono il genere umano. Ma la lettura, spesso esilarante, può sicuramente dettare una serie di riflessioni di una certa profondità.

L’edizione scelta per la digitalizzazione è quella per i tipi di Sonzogno del 1885, ricchissima di immagini, ed anche in questo caso desidero ringraziare per il loro fondamentale apporto Ugo Santamaria, che ha curato l’impaginazione e l’adattamento dell’apparato illustrativo veramente ricco e complesso, e Raffaele Fantazzini, che ha curato la revisione piuttosto intricata del testo.

Sinossi a cura di Claudia Pantanetti, Libera Biblioteca PG Terzi APS

Dall’incipit del libro:

"Il 20. secolo : la conquista delle regioni aeree" di Albert RobidaL’estate del 1952 volgeva al suo fine.
Il sole, calmando i suoi ardori di messidoro, emanava allora quei tepidi e carezzanti effluvi delle belle giornate d’autunno, dai dorati splendori.
L’aeronave-omnibus B che faceva il servizio dalla stazione centrale dei Tubi – sul boulevard Montmartre – all’aristocraticissimo sobborgo di San Germano in Laye, percorreva all’altezza di duecentocinquanta metri prescritta dai regolamenti, la linea ondulata dei lunghi boulevards.
L’arrivo d’un treno del Tubo di Bretagna, aveva rapidamente messo al completo una dozzina di aeronavi ferme al disopra della stazione, e fatto partir per aria con un pieno carico di passeggieri, uno sciame di veicoli aerei d’ogni dimensione e forma, comprese le tartane da caricare i bagagli, pesanti barcacce alate che fanno appena i loro trenta chilometri all’ora.
L’aeronave B portava il suo contingente completo di viaggiatori; una ventina nell’interno, altrettanti sul ponte – l’antico imperiale dei veicoli terrestri d’una volta – e quattro sulle piattaforme di dietro. Le sue proporzioni le avrebbero permesso di trasportare attraverso lo spazio una più gran quantità di chilogrammi viventi, ma le compagnie, stimolate in ciò dalla concorrenza, tenevano molto a lasciar comodi i loro viaggiatori. Qualunque fosse il numero dei viaggiatori, non appena il peso di 2500 chilogrammi era raggiunto e segnato dalla lancetta del contatore, la parola completo, in grosse lettere di un metro d’altezza, compariva sui due fianchi della navicella omnibus e il controllore della stazione non lasciava più montar nessuno.

Scarica gratis: l’ePub Il 20. secolo. La conquista delle regioni aeree di Albert Robida.